Torrente in piena, salvati 33 scout

I vigili del fuoco sono intervenuti in Val Saisera, nel Tarvisiano, dove il corso d’acqua minacciava i giovani campeggiatori

Costretti ad uscire in tutta fretta dalle loro tende e ad abbandonare in piena notte la base allestita sulle sponde del torrente Saisera, pronto ad esondare. È la brutta avventura toccata a 33 giovanissimi scout, di età compresa tra gli 11 e i 15 anni, in vacanza da lunedì scorso nei boschi sopra Malborghetto Valbruna. Avventura terminata fortunatamente con un lieto fine ma che, di sicuro, verrà ricordata a lungo sia dal gruppo di adolescenti sia dai sette capi squadra del Gruppo 2 ’Agesci, impegnati assieme a loro nell’esperienza all’aria aperta. Non capita tutti i giorni, del resto, di dover evacuare alle 2 di mattina il campo base a seguito di un allarme lanciato dai vigili del fuoco.

L’allarme in questione è scattato attorno alle due di ieri mattina. A quell’ora ragazzi e accompagnatori dormivano in Val Saisera, nella pineta di fronte al cimitero militare austro ungarico, battuta in quel momento da una pioggia incessante. Pioggia che ha fatto ingrossare pericolosamente il corso d’acqua vicino alle tende e convinto pertanto i pompieri ad adottare precise misure di sicurezza, seppur a titolo precauzionale. Il timore era che il rio, dopo aver invaso il sentiero ricavato all’interno della pista di fondo (trasformata in estate in percorso per il nordic walking), tracimasse ulteriormente fino a travolgere l’accampamento occupato dal gruppo di scout. Rischio giudicato particolarmente reale alla luce del previsto peggioramento delle condizioni meteo.

In un quadro simile, ovviamente, nessuno ha mosso obiezioni. La collaborazione dei ragazzi, al contrario, è stata massima. Adeguatamente informati del potenziale pericolo, gli adolescenti triestini hanno seguito le indicazioni dei capi reparto e dei responsabili dei vigili del fuoco del distaccamento di Tarvisio, impegnati a monitorare con attenzione i punti nevralgici dei corsi d'acqua della zona, specie dopo lo stato di allerta proclamato dalla Protezione civile in tutta la Valcanale e il Canal del Ferro. In piena notte, dunque, gli scout e i loro capi squadra sono stati accompagnati in un luogo sicuro e asciutto: la caserma del distaccamento dei pompieri di Camporosso.

Il rifugio di fortuna, tuttavia, è stato abbandonato dopo poche ore. Nel corso della mattinata, visto il cessare della pioggia, è stato autorizzato il ritorno al campeggio, dove fortunatamente tutto era rimasto intatto. Per ragioni di maggiore sicurezza, tuttavia, alcune tende sono state rimosse e piantate in punti più elevati in modo da ridurre ogni possibilità di contatto con il torrente.

Molto rumore per nulla, quindi? Niente affatto, commentano i capi reparto. Le precauzioni, in questi casi, non sono mai troppe. «L'intervento dei vigili del fuoco, a cui va il nostro sentito ringraziamento, è stato dettato dal buon senso e quindi opportuno - ha commentato un capo squadra del gruppo 2 dell'Agesci. - Ci ha colpiti invece il tanto clamore suscitato da questo fatto, visto che alla fin fine non è stato necessario salvare nessuno. Clamore che sarebbe stato più saggio evitare, anche per non allarmare inutilmente le famiglie dei ragazzi».

Famiglie che i responsabile del gruppo con base a Cologna hanno provveduto subito ad avvisare e ad aggiornare costantemente. Notizie in tempo reale, inoltre, sono state comunicate a tutta la comunità scout di Trieste attraverso il sito internet. «I capi reparto - è il messaggio comparso sulla bacheca dell’Agesci 2 già alle 10.45 di ieri mattina e firmato dai capigruppo - ci comunicano che il tempo è migliorato e che stanno tornando al campo con i ragazzi. Il morale è alto. Auguriamo buon campo e tanto sole».

Su un punto poi agli accompagnatori preme fare chiarezza per sgombrare il campo da ogni possibile equivoco. «Dev’essere chiaro, che c’è stata alcuna leggerezza da parte nostra nella scelta dell'area del campeggio. A maggio - conclude il capo squadra triestino- , si era deciso di utilizzare un’area più a monte. In seguito però gli esperti della Guardia Forestale, in considerazione dell'esondazione del torrente avvenuta la scorsa primavera, ci aveva informato che era l’ubicazione ideale sarebbe stata quella attuale. Alla luce di quanto accaduto l’altra notte, invece, è evidente sarebbe stato meglio seguire il piano iniziale: la messa in sicurezza del corso del rio dopo l’alluvione dei mesi scorsi deve essere ancora completata». (m.r.)

Argomenti:scouttorrenti

Riproduzione riservata © Il Piccolo