Tornano i cevapcici nei menù scolastici a Trieste

Retromarcia dell’assessore Brandi sui cibi etnici per i bambini. «Non sapevo fossero un piatto balcanico. Lo reintrodurremo»
Bambini mangiano all'asilo
Bambini mangiano all'asilo

TRIESTE Tornano i “civa” nei menù scolastici del Comune di Trieste. Resta “sospesa” invece la mitica Sacher Torte. «Continuiamo così, facciamoci del male», direbbe Nanni Moretti. La retromarcia parziale sui cibi etnici dell’assessore all’Educazione Angela Brandi arriva in video dopo l’ennesimo sopralluogo a sorpresa in una scuola dell’infanzia (in questo caso la Pallini di San Giusto) assieme al sindaco Roberto Dipiazza per “scroccare” un pranzo ai bambini. «Assessore perché ha levato dal menù i cevapcici?», è la domanda telefonata del portavoce napoletano del sindaco Vittorio Sgueglia della Marra. «Io pensavo che fossero ormai nella nostra tradizione, invece sono stati considerati cibo balcanico», risponde pronta l’assessora di lungo corso.

 

A Trieste aboliti i menù etnici a scuola
Bambini a tavola in una mensa scolastica

 

È noto infatti che i cevapcici con cipolla sono un piatto tipico triestino ad honorem al pari dalla jota, i sardoni impanati, il cotto in crosta e porcina. «Un’ingiustizia considerarli un piatto della tradizione balcanica rivendicato dai serbi». E quindi? «Io in ogni caso intendo riappropriarmi dei cevapcici. Per cui li reintrodurremo come menù tipico tre volte all’anno com’era precedentemente».

Trieste, insomma, vuole “spacciare” a scuola i cevapcici come piatto della tradizione triestina. Un falso in cucina. «Ci sono certi cibi che sono entrati nella nostra tradizione culinaria e ne fanno parte. Non ritengo si possa dire che li mettiamo al bando. Certamente, questo no, non riproporremo più i piatti esotici», aveva fatto sapere Brandi, spiegando il provvedimento che taglia i menù etnici dalle mense. «Il cous cous non piaceva a tanti bambini, diventava uno spreco» aveva precisato l’assessore. Non pensava però che nel tritacarne dei menù etnici finissero anche i mitici cevapcici. Di qui la retromarcia dell’altro ieri. «Il menù triestino che proponiamo comprende ad esempio la carsolina, un po’ come succede in Trentino con gnocchi di pane e strudel».

 

Sacher Torte addio: via i menù etnici dalle mense scolastiche di Trieste

 

L’autarchia gastronomica è una filosofia che si può applicare a tutti i campi. «Esiste un orientamento, certo, e siccome dobbiamo tutelare la nostra specificità, come testimonia la recente mozione sulla tutela degli artisti locali, questo orientamento vuole valorizzare ulteriormente le tradizioni di Trieste e delle regioni d'Italia», spiega la Brandi. Una scelta di coerenza verificata anche durante il suo primo mandato da assessore nella prima giunta dell’attuale sindaco. «Condivido le dichiarazioni di Dipiazza sulla bontà dei nostri prodotti. Quando ero assessore avevo inserito nel menù una percentuale più alta di prodotti Dop (denominazione di origine protetta)», ebbe a dichiarare nel 2009 in consiglio comunale da capogruppo di An.

I gusti dell’assessore all’Educazione non sembrano troppo sofisticati. Nel menù “testato” due giorni fa alla scuola d’infanzia Pallini (come da video pubblicato sulla rete) brilla il suo giudizio di provetta gourmet: «Abbiamo mangiato pasta al burro, ma buona perché c’era anche il Parmigiano». Volete mettere se avessero scelto il Grana Padano o il Trentingrana ? Ma non basta. C’era anche un secondo da “testare”. «Poi abbiamo mangiato delle polpette ottime, cotte al vapore dentro e fuori con una buona crosticina. E anche dei finocchi. Devo dire molto buono. Complimenti alla cuoca», aggiunge Brandi.

Il menù della Pallini, insomma, ha superato la prova “crosticina”. Inoltre preparare una pasta al burro come si deve non è da tutti. Certo con il Parmigiano Reggiano diventa tutto più facile. Il giudizio positivo è anche quello del sindaco Dipiazza, pure lui attovagliato alla mensa della Pallini con l’assessore Brandi, è entusiasta.

«La situazione è ottimale, i bambini mangiano bene. I servizi sono buoni. L’appalto è stato sbagliato, le cuoche si lamentano giustamente perchè lavorano poche ore e percepiscono uno stipendio basso. Vedremo con l’assessore Brandi di trovare una soluzione con dei servizi aggiuntivi. Cento bambini, veramente un divertimento. Complimenti a chi gestisce tutte queste scuole partendo dall’assessore».

D’ora in poi pasta al burro per tutti e cevapcici triestini con patate come secondo. Almeno tre volte all’anno. 

Riproduzione riservata © Il Piccolo