Torna Trump e critica la diplomazia Usa: «Trascura i miei patti fra Serbia e Kosovo»
L’ira della Casa Bianca dopo l’uscita dell’ex presidente contro Biden
BELGRADO A volte ritornano. E creano polemiche, in patria e all’estero. È il destino – o la precisa scelta – dell’ex presidente americano Donald Trump, di nuovo sotto riflettori a Washington e nei Balcani, dopo mesi di silenzio. Trump che, a sorpresa, è tornato ad occuparsi di politica estera attraverso il suo sito ufficiale e lo ha fatto parlando non di crisi dei migranti, Bielorussia o Medio Oriente, bensì della questione Serbia-Kosovo. Trump che, in una nota, ha scritto che «i grandi popoli di Serbia e Kosovo hanno superato enormi ostacoli per raggiungere la normalizzazione economica» nei propri rapporti. Si tratta di un riferimento al cosiddetto “Accordo di Washington”, una intesa «storica» stipulata nell’estate del 2020 «dalla mia amministrazione, si è vantato l’ex inquilino della Casa Bianca. Accordi, ricordiamo, che erano stati siglati dal presidente serbo Vucic e dall’allora premier kosovaro Hoti e prevedevano passi avanti significativi sul fronte dei trasporti ferroviari e aerei tra i due Paesi, investimenti finanziari, nuovi posti di frontiera per velocizzare la circolazione delle merci, riconoscimento di diplomi e qualifiche professionali e molto altro. Ma quell’intesa sarebbe rimasta solo sulla carta, ha attaccato Trump, entrando a gamba tesa, seppur in maniera obliqua, contro l’attuale occupante della dimora presidenziale, Joe Biden, che avrebbe “dimenticato” la regione e la questione Kosovo. Quegli accordi, tuttavia, sarebbero fondamentali e «non devono essere dimenticati, molte vite sono in gioco», ha scritto Trump, aggiungendo che la regione balcanica è «troppa importante» per essere messa in secondo piano. E la strada da seguire per ottenere una pace duratura e sviluppo economico sarebbe quella tracciata dallo stesso Trump con la sua linea «nel Medio Oriente con gli accordi di Abramo, pace e normalizzazione economiche sono possibili». Solo le frasi di un ex presidente controverso, che mendica attenzione? Non proprio. Trump ha infatti rivelato che «il mio inviato», la feluca Ric Grenell, ex ambasciatore Usa a Berlino, «ha visitato il confine tra Serbia e Kosovo» proprio per «ribadire l’importanza di questo accordo» e ridargli slancio. Grenell che è effettivamente in tour nella regione. E ha fatto parlare di sé, comportandosi come fosse ancora l’Inviato presidenziale per la questione Serbia-Kosovo. E dichiarando di «essere venuto qui perché molti americani sono frustrati, perché hanno visto accordi storici» trascurati, per poi accusare anche l’Europa di fare poco per i Balcani. «Serve più determinazione», ha aggiunto. Ritorno di Trump e iperattivismo del suo “inviato” che hanno indispettito molti negli Usa e acuito divisioni nei Balcani, dove si mormora che Grenell sia stato assoldato anche come lobbista da parte di Belgrado, da sempre filo-Trump, mentre a Bruxelles c’è irritazione perché Grenell ha sostenuto che i soldi per il valico di Merdare non siano arrivati da Washington, come ha detto la feluca Usa, ma dalla Ue. Si tratta di «diplomazia ombra» attraverso una missione intestata a un ex presidente Usa, ha criticato l’autorevole Forbes. Profondamente irritata anche la Casa Bianca, che ha a stento controllato la sua ira. Ma ha tenuto a ribadire pubblicamente che «Donald Trump non è più presidente. E non ha inviato ambasciatori che rappresentano gli Stati Uniti», né nei Balcani, né da alcuna altra parte. — © RIPRODUZIONE RISERVATA
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