Torna la minaccia dell’ailanto nei parchi
La pianta infestante si diffonde. Il Comune: «Stiamo valutando le contromisure assieme ai tecnici»

Nonostante il taglio effettuato mesi or sono, tornano, sempre più numerosi, a far capolino nella parte nord del frequentatissimo Giardino Pubblico, gli inquietanti Ailanti, alberi pericolosamente infestanti che continuano a conquistare porzioni di territorio ai danni degli altri vegetali. Di piante aliene che invadono orti, giardini e boschi se ne parla ormai da tempo, eppure enti preposti e amministrazioni sembrano trascurare o minimizzare un problema che va di pari passo con quei cambiamenti climatici che già oggi impongono scelte di vita penalizzanti. L’Ailanto è uno di quegli alberi che, giovandosi del caldo torrido estivo, sta colonizzando città, versanti collinari, periferie più o meno degradate. A Trieste non occorre girare tanto per imbattervisi. Basta osservare quel mini boschetto che, nella parte a monte del centralissimo giardino pubblico “Muzio de Tommasini”, spunta sulla superiore via Volta. Già nel dicembre dello scorso anno, proprio da queste pagine, era partita la segnalazione della presenza dell’Ailanto nel principale parco cittadino con le osservazioni di Livio Poldini, professore emerito del Dipartimento di Scienze della Vita dell’ateneo triestino, a evidenziare la nocività di questa pianta infestante originaria dell’Asia. Il Comune, qualche tempo dopo la segnalazione, ha avuto modo di perfezionare il taglio della macchia di ailanti che prosperavano in una zona defilata del giardino pubblico. Purtroppo l’intervento non è servito: negli ultimi mesi gli alberi tagliati sono tornati a nuova vita, se possibile ancora più robusti e alti. Una delle caratteristiche dell’Alianto è di riprodursi negli spazi più accidentati e degradati. A Trieste lo si trova oramai dovunque. Originario della Cina, venne introdotto nel XVIII secolo per realizzare dei nuovi allevamenti di baco da seta dimostratisi non redditizi. Abbandonata la cultura, l’Ailanto ha continuato a riprodursi sino a diventare quel pericolo pubblico odierno che botanici e forestali continuano a denunciare. «Una vera e propria macchina da guerra vegetale che fa il vuoto attorno a sé – rincara il professore Poldini – e che ormai troviamo dovunque. Ogni Ailanto maturo produce annualmente oltre 250. 000 semi! A favorire la sua diffusione, il clima caldo che oramai caratterizza le nostre estati». Come neutralizzare questo infestante? «È necessario tagliare la pianta sinché non indebolisca e muoia».
Per il Comune risponde l’assessore ai Lavori Pubblici Elisa Lodi: «Il problema è noto e ci stiamo lavorando. Purtroppo non è di facile risoluzione, e il nostro tecnico forestale sta valutando diverse ipotesi di intervento. Non sono ancora in grado di fornire dei tempi, tuttavia la questione rimane assolutamente sotto il nostro obiettivo».
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