Torna in Romania il clochard reso “famoso” da Polidori

Il vicesindaco aveva gettato le sue coperte nella spazzatura indignando il web. Ora Mesej Mihaj inizia una nuova vita: «Grazie a tutti, adesso vado a casa»
Lasorte Trieste 15/03/19 - Fernetti, Mesej Mihaj, Clochard, Partenza per la Romania
Lasorte Trieste 15/03/19 - Fernetti, Mesej Mihaj, Clochard, Partenza per la Romania

TRIESTE È partito ieri per fare ritorno nel suo paese di nascita, Oradea, Mesej Mihaj, il senza fissa dimora rumeno che era finito suo malgrado al centro di un caso di cronaca a gennaio, quando il vicesindaco Paolo Polidori aveva buttato via le sue poche cose lasciate in via Carducci. «Grazie a tutti. Forse farò ritorno, ora però voglio solo pensare al mio futuro», ha detto prima di salire sul furgone che, dopo un viaggio di nove ore, lo ha lasciato nella sua città, in Romania, dove ha una casa ancora da completare. L’uomo, che ha 57 anni, ha finito anche il ciclo di cure per la psoriasi e durante il periodo in cui è stato ospite del presidente della Comunità rumena, Andreescu Felix Aurelian, ha seguito un percorso spirituale.

«Seguo la religione pentecostale e in questi due mesi ho letto molto il Vangelo. Ora voglio sono tornare a casa cercando di completarla. Spero di rivedere mia moglie (che vive in Francia, ndr) per Pasqua».

Felix Aurelian in questi mesi ha seguito il percorso di Mihaj: «Abbiamo comprato le medicine per curare la sua psoriasi e ora che sta meglio è giunto il tempo per lui di tornare a casa. Sono stati mesi lunghi e complessi, però alla fine c’è un lieto fine. Stando da noi ha capito che può farcela e questo gli ha dato la forza per scegliere di mettere un po’ di ordine nella sua vita smettendo di fare l’accattone. Voglio anche ringraziare il consolato rumeno che ci ha aiutato a riavere i documenti di Mihaj».

Il presidente della comunità ha anche fatto una piccola donazione al 57enne per aiutarlo a comprare il materiale che può servire per completare la casa. «Sono fondi personali – racconta Felix Aurelian – che spero possano supportarlo a completare i lavori. Nel furgone ci sono anche dei vestiti e del materiale che sicuramente lo aiuteranno nel suo percorso».

Il 12 ottobre 2018 era iniziato il cortocircuito nella vita di Mihaj, quando aveva perso i documenti. Inizialmente – ha raccontato – aveva trovato ospitalità in un centro di accoglienza per cinque giorni, poi era stato costretto ad andarsene e si era stabilito in via Carducci, dove si era creato una specie di giaciglio con alcune coperte. La sua presenza non era però stata troppo apprezzata dai commercianti della zona, anche perché il suo corpo era pesantemente deturpato da una forma molto grave di psoriasi. Proprio la malattia lo aveva portato in ospedale per quattro volte senza però riuscire a risolvere il problema. I servizi sociali avevano provato ad aiutarlo fornendogli anche un biglietto per tornare a casa, ma lui aveva sempre rifiutato.

Nel corso del suo periodo senza una casa, Mihaj ha chiesto l’elemosina davanti al supermercato Aldi di via Coroneo e talvolta i pochi soldi raccolti gli erano stati sequestrati dalla Polizia locale. Il 3 dicembre scorso aveva ricevuto anche un foglio di via dalla Questura senza però ottemperarlo al punto che era stato denunciato a fine anno.

Il 4 gennaio il blitz di Polidori, che aveva preso le coperte di Mihaj gettandole in un cassonetto e postando il tutto su Facebook. Un’azione che lo aveva fatto finire sui giornali di tutta Europa, scatenando reazioni indignate.

«Al momento – spiega Felix Aurelian – il provvedimento di espulsione è stato sospeso, dobbiamo però vedere se verrà ritirato o meno». In questo senso lo stesso Mihaj non esclude di voler tornare in Italia, «Magari tra un paio di mesi», la sua battuta scherzosa prima di salire sul pulmino che lo ha riportato a casa. —


 

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