Torna al Coroneo l’allarme pulci. Detenuto “divorato”

Ospite del carcere vittima dei morsi su schiena e braccia. Non è l’unico caso. Segnalati episodi analoghi in altre celle
Silvano Trieste 16/08/2017 Casa Circondariale di Trieste
Silvano Trieste 16/08/2017 Casa Circondariale di Trieste

TRIESTE Quando ha tirato su la manica della maglia, scoprendo il braccio, l’avvocato non credeva ai propri occhi. Il detenuto era pieno di punture. E così la schiena, le gambe, il collo e il volto.

Al Coroneo ritorna l’allarme pulci. “Cimici del materasso”, per l’esattezza, di cui sarebbero infestate alcune celle del primo e del secondo piano.

Lo conferma la Garante comunale per i diritti del detenuti, Elisabetta Burla, che nelle ultime settimane ha ricevuto alcune preoccupanti segnalazioni a riguardo. Tra cui quella dell’avvocato William Crivellari. Il legale si è accorto che un proprio assistito, in carcere per quindici giorni, era zeppo di puntini rossi e bolle sulla pelle. Si tratta di un quarantenne triestino, arrestato per aver commesso un furto in un negozio. Il gip Giorgio Nicoli ha disposto la misura cautelare ritenendo l’uomo l’autore di una serie di altri colpi messi a segno nello stesso posto.

Lo scorso martedì il Tribunale del Riesame ha scarcerato l’indagato stabilendo i domiciliari. E quando il quarantenne si è presentato all’udienza, ha fatto notare all’avvocato che il braccio era punteggiato da segni che assomigliavano a bubboni. «Guardi qua...ma ce li ho dappertutto».

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Crivellari è rimasto impressionato. «Sinceramente - spiega il legale - una cosa del genere non l’avevo mai vista. Ritengo che questo sia un problema grave, perché nessuno si merita di trovarsi in quelle condizioni. Se uno Stato non è in grado di garantire nemmeno i minimi livelli di igiene e di sicurezza della salute, non dovrebbe neanche consentire le misure cautelari in carcere. Teniamo conto che in Germania, quando lo spazio vitale per detenuto non era rispettato - aggiunge l’avvocato - l’applicazione delle pene è stata sospesa. Questo è accaduto alcuni anni fa».

Il quarantenne bersagliato dalle punture non era in cella da solo. Ciò significa che anche altri hanno lo subìto lo stesso disagio.

Crivellari ha contattato immediatamente la collega Burla, la Garante, che a sua volta ha avvertito la direzione della casa circondariale. «Sì - rileva Burla - sono stata messa al corrente dell’accaduto». Il problema, sebbene limitato ad alcune celle (cinque, complessivamente, stando a quanto è stato possibile apprendere), sembra investa sia il primo che il secondo piano. «Purtroppo ci sono anche altri detenuti che hanno lamentato analoghe punture - puntualizza Burla- bisogna assolutamente intervenire».

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Le cimici si annidano nei materassi, nei tubolari dei letti e nelle crepe dei muri. S’insinuano nei punti più nascosti delle stanze: escono di notte e pungono succhiando il sangue.

Non è la prima volta che succede. Analoghi episodi erano stati segnalati due anni fa e in proporzioni ancora più serie; ma anche lo scorso giugno. La direzione aveva ordinato quindi di procedere con una serie di disinfestazioni in modo da debellare i fastidiosi insetti. Ma ora ci risiamo. —


 

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