Topolino trema, è tornato Darkenblot
di Alessandro Mezzena Lona
Ha aspettato poco più di un anno. E adesso, il prototipo perfetto del cattivone è pronto per tornare in pista. Macchia Nera (chi se non lui?) in una delle sue più riuscite trasformazioni. Ovvero Darkenblot, una sorta di anti-supereroe in casa Disney. Un esoscheletro che permette al terrore mascherato, condannato a fare sempre meschine figure, di trasformarsi in un avversario davvero ostico per Topolino. Una sorta di Ironman delle tenebre.
Le quattro puntate di “Darkernblot 2.0 Regeneration”, da oggi in edicola all’interno di “Topolino” per quattro settimane, riporta in pista una coppia ormai collaudata. Ovvero, i due papà dell’evoluzione di Macchia Nera: il goriziano Andrea Castellan in arte Casty, uno degli autori più apprezzati e poliedrici di casa Disney, e il disegnatore triestino Lorenzo Pastrovicchio.
Il progetto Darkenblot ha preso forma una decina d’anni fa. «Volevo trasformare Macchia Nera in un personaggio meno scontato, più tecnologico e in sintonia con il nostro tempo. È il nemico di Topolino per eccellenza. Proprio per questo mi sarebbe piaciuto vederli a confronto in storie che avessero un taglio più avventuroso e dinamico. In stile Pk, tanto per intenderci. Ma a quei tempi alla Disney la linea editoriale era improntata su un target diverso. Così, l’idea è stata accantonata».
Poi le cose sono cambiate, aprendo un varco al progetto Darkenblot. «Con l'arrivo dell'attuale gestione - spiega Pastrovicchio -, tre anni fa, ho riproposto l’idea in redazione. Per fortuna, l’hanno valutata con altri occhi, è piaciuta, abbiamo ottenuto il via libera. E in questo percorso lungo tre anni (e più di 200 tavole tra Darkenblot e Darkenblot 2.0) sono stato accompagnato da un autore bravissimo: Andrea Castellan in arte Casty. Senza di lui queste storie non avrebbero mai preso vita: se mio è il progetto iniziale, suoi sono i soggetti e le relative sceneggiature delle due serie. Abbiamo lavorato fianco a fianco su ogni dettaglio in maniera di creare una location credibile in cui far muovere i nostri personaggi: cioè, la città di Robopolis».
Darkenblot non piacerà soltanto ai cultori della science fiction. «Per quanto sembri una serie di fantascienza - avverte il disegnatore -, in realtà la storia è ambientata ai giorni nostri. In una città tecnologicamente molto avanzata ma credibile. Non ci sono macchine volanti, i convogli si spostano su binari magnetici, come alcuni treni già esistenti. I robot con cui abbiamo popolato la nostra metropoli, seguendo attentamente le tre leggi della robotica enunciate a suo tempo dallo scrittore Isaac Asimov in “Io robot”, non sono assolutamente delle creature immaginarie. Oggi, le ricerche sulla robotica sono avanzatissime. Basterebbe ricordare il robot Asimo costruito dalla Honda».
Le storie sono ambientate in una metropoli che sfrutta al meglio tutto ciò che la tecnologia mette a disposizione. Ovviamente, la fantasia degli autori aiuta a rendere il progetto ancora più immaginifico.
«Darkenblot è l'automa-esoscheletro creato da Macchia Nera per attuare i suoi piani criminali con maggiore pro. fessionalità e margine di successo rispetto a quello a cui ci ha abituato il personaggio. E Topolino deve adeguarsi a un nemico decisamente più tosto. Ma non si pensi che abbiamo cambiato il nostro amato Topo per farlo diventare un supereroe: di quelli ne vediamo anche troppi in circolazione. Lui rimane, e rimarrà sempre, il tipo comune con le sue incertezze e le paure. Però, di fronte a situazioni estreme come la sfida di Darkenblot saprà, anche grazie ai suoi amici, uscirne a testa alta. Del resto, Topolino non ci può mai deludere».
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