Topi e serpenti i veri padroni dell’ex caserma

Topi, serpenti, insetti. Sono gli inquilini dell’ex caserma di Lucinico, la gloriosa Pecorari. Una struttura abbandonata a se stessa e lasciata nel più completo degrado. È persino difficile capire che lì c’era un sito militare. Perché la vegetazione selvaggia si è talmente “impadronita” di tutti gli spazi che ha finito con l’inghiottire senza pietà i portoni ormai arrugginiti e il muro di cinta.
Il presidente onorario dell’associazione di quartiere “Lucinis” e figura di spicco della comunità lucinichese Giorgio Stabon non va per il sottile. E si fa portavoce della rabbia di tanti cittadini che, ogniqualvolta passano nelle vicinanze, vengono presi da un travaso di bile. «Ormai è diventato un bosco. Il demanio non si è mai più fatto sentire e, oggi, abbiamo in paese una struttura completamente degradata, ricettacolo di ratti, bisce e insetti. L’ex polveriera oggi è presentabile grazie all’apporto degli arcieri. Ma dell’ex caserma nessuno si interessa. Qualche anno fa, chiedemmo di poterla riutilizzare come sede della Protezione civile ma non se ne fece nulla. Oggi, le strutture sono talmente compromesse che l’unica soluzione sarebbe la demolizione».
Peraltro, la “Pecorari” non si trova in mezzo i campi, in una posizione isolata ma nell’ambito del centro abitato. «Sono state costruite anche nuove abitazioni che hanno come colpo d’occhio la distruzione e la vegetazione selvaggia». E, ieri mattina, durante un sopralluogo, non è stato difficile raccogliere le reazioni stizzite di chi lì ci abita. I portoni d’accesso sono malconci, usurati e minacciano di cadere da un momento all’altro. «L’intera area è in totale abbandono e piange il cuore vedere la caserma ridotta in quella maniera, alla luce anche del fatto che in questo paese non ci sono moltissimi spazi aggregativi», lamentano i lucinichesi.
Stabon scava nel pozzo dei ricordi. «Parecchi anni fa, quando c’era la possibilità di ottenere la struttura dal Ministero della Difesa, proponemmo anche di realizzare in quegli spazi una foresteria per attrarre gruppi di turismo scolastico. Non solo. Trattandosi di uno spazio immenso, la nostra idea era di trasferire lì anche il campo di calcio. Insomma, ci sarebbe piaciuto mettere in piedi un piano di valorizzazione dell’ex area militare, proprio com’è accaduto a Cormòns. Ma la caserma non è stata mai alienata e fa male il cuore vedere la struttura in quelle condizioni».
Del problema è stato investito anche il sindaco Rodolfo Ziberna. Rivela di aver avuto recentemente un incontro con i vertici del Demanio civile. «Mi dicono che ci sarà un’accelerazione, su scala regionale, del passaggio di queste strutture dalla proprietà militare al Demanio civile. L’intenzione è, una volta completato l’iter del passaggio di proprietà, di offrire ai privati le aree ex militari, compresa quella di Lucinico». Ma nonostante si parli di “accelerazione dei tempi” non c’è una data cerchiata di rosso sul calendario. E poi, è tutto da verificare l’interesse dei fantomatici investitori privati in un momento storico in cui circolano pochi soldi.
«Bisogna essere realisti. La proposta di realizzare lì un bel campo sportivo è suggestiva. Ma, oggi come oggi, risorse per andare a concretizzare simili progetti semplicemente non ci sono», taglia corto il primo cittadino. Che, però, si sta già attivando affinchè il “bosco” (come lo chiama ironicamente Stabon) possa essere smantellato. «Sarà mia cura scrivere all’autorità militare affinché si proceda con un’azione di pulizia e smantellamento della vegetazione selvaggia ormai debordante. Se dovessero esserci problemi, chiederò la possibilità di poter utilizzare i volontari della squadra comunale della Protezione civile, affinché si possa effettuare un’operazione di manutenzione del verde. Poi, andrebbe anche messa in sicurezza l’intera area». Vedremo se qualcosa si muoverà.
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