Topi e scarafaggi al “118” di Trieste: parte la verifica regionale

TRIESTE Sarà direttamente la Regione a intervenire sui casi di degrado documentati nelle due sedi dell’Azienda sanitaria di Trieste, in via Farneto e via D’Alviano. Lo farà l’assessorato alla Salute, con il direttore centrale Adriano Marcolongo, che chiederà una relazione dettagliata su quanto denunciato dai video e dalle fotografie dei dipendenti resi noti dal Movimento Cinque Stelle e pubblicati dal giornale: l’invasione di scarafaggi e ratti, i buchi su muri e pavimenti, gli allagamenti e la documentazione sanitaria incustodita. «Personalmente non ero a conoscenza della situazione specifica della quale deve rispondere la direzione interessata. Verificheremo quindi tutto con il dottor Nicola Delli Quadri» afferma Marcolongo.
La questione sarà affrontata già domani, martedì 22 dicembre, in una riunione tra l’assessorato e il commissario straordinario dell’Azienda sanitaria e ospedaliera di Trieste. Al centro dell’incontro programmato, da quanto si è saputo, i piani di indirizzo e il budget per il 2016. «In quella sede – fa sapere il direttore centrale della Regione – domanderemo spiegazioni per capire qual è la responsabilità specifica dell’Azienda, per capire cosa si sta effettivamente facendo, se sono state prese contromisure e controlli».

Le problematiche di via Farneto e via D’Alviano sono state segnalate anche dai sindacati di categoria, come emerge da un documento inviato alla direzione sanitaria sui disagi degli operatori del 118. La presenza di scarafaggi e topi, analogamente al degrado in cui versano le due strutture, sono quindi note ai vertici sanitari triestini. Lo stesso Delli Quadri, interpellato sulla questione, ha confermato l’esistenza di quanto documentato: «Quei problemi sono vetusti e ora qualche politico e qualche dipendente si sveglia da un lungo sonno, ma noi ci stiamo già lavorando», ha spiegato rispondendo al Movimento Cinque Stelle che ha portato alla ribalta pubblica la vicenda in seguito a un sopralluogo del consigliere regionale Andrea Ussai.
Il commissario ha comunque garantito provvedimenti in merito: il trasferimento delle guardie mediche nella sede dell’Itis di via Pascoli, innanzitutto. E, poi, in prospettiva, il passaggio della Centrale operativa nella futura sede di via Valmaura, l’ex Irfop. «Via Farneto – ha commentato Delli Quadri – è una palazzina che prima o poi si dovrà abbandonare perché le criticità in effetti esistono. Anche per questo motivo sono in programma gli spostamenti». Il manager ha annunciato l’intenzione di provvedere anche sul versante della portineria di personale, in modo da evitare l’ingresso di chiunque, tanto più all’interno dell’edificio di via Farneto dove si trovano uffici e documentazione sanitaria dei pazienti: «Stiamo procedendo a una revisione delle portinerie e metteremo in sicurezza pure quella».
I sindacati confermano la propria preoccupazione. «Di via D’Alviano ero stato messo al corrente – rileva il segretario provinciale della Cgil Adriano Sincovich – è una storia vecchia ed effettivamente problematica. Su via Farneto non ero a conoscenza. Se il tema è la spending review, come è stato detto, queste evidentemente sono le conseguenze concrete. Noi guardiamo con una certa preoccupazione agli effetti dei tagli, e lo abbiamo più volte lamentato, a cominciare da quanto abbiamo letto sulla decisione dei vertici sanitari di attrezzare di scope e pattumiere anche i medici e infermieri. Sono indicazioni che pongono interrogativi sulla piega che si sta prendendo. L’Azienda sta stringendo sulle spese dei servizi generali, un settore in cui da tempo è partita una contrazione che sta creando problemi su manutenzioni e pulizia. Dal punto di vista politico non vediamo di buon occhio questa situazione».
A dar man forte anche l’Ugl sanità che rivendica d’aver denunciato pubblicamente «già due anni fa il grave disagio degli operatori del 118»: «Presenza di topi negli spogliatoi e nella Centrale operativa, i frequenti allagamenti all’autoparco con le attrezzature a pelo d’acqua e i cavi elettrici sommersi, i locali spogliatoio all’interno di container senza vie di fuga sicure, il cancello di via Farneto costantemente aperto sono solo alcune delle criticità. Siamo sconcertati e amareggiati di fronte all’assoluto immobilismo su tutte le problematiche inerenti il servizio di emergenza».
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