Topi e scarafaggi al “118” di Trieste «colpa delle finestre aperte»

TRIESTE Se ci sono topi e scarafaggi è perché le finestre restano aperte. La direzione dell’Azienda sanitaria di Trieste, alle prese con un’insolita battaglia contro le incursioni di ratti e insetti nella palazzina di via Farneto che ospita anche la Centrale Operativa del 118, ritiene di non avere responsabilità nella vicenda. Questo dice la nota preparata dal responsabile della Struttura Complessa Immobili e Impianti Alberto Russignan e sottoscritta dal commissario straordinario dell’Aas1 Nicola Delli Quadri.
Topi e scarafaggi «La presenza dei topi - afferma la nota - non può essere imputata a una carente pulizia o manutenzione. Gli uffici infatti sono situati al 1° piano ma sul lato giardino: le finestre si trovano a 1-2 metri dal terreno e vengono lasciate aperte dal personale. Di notte può accadere che questi (i ratti, ndr) entrino dal giardino. Alcune finestre della Centrale Operativa, proprio al fine di poterle tenere sempre aperte, sono state dotate di reti idonee di protezione. L’odore e la presenza del cibo attira il ratto e gli scarafaggi. La pulizia, anche se accurata, non può essere perfetta essendo il pavimento rialzato su plotte. Sotto gli scarafaggi trovano rifugio».
L’ingresso incustodito Delli Quadri e il dirigente, nella stessa nota, si soffermano anche sul problema degli spazi incustoditi, che rende accessibile la struttura a chiunque; «La sede di via Farneto è dotata di un sistema di telecamere di ultima generazione, di un portone scorrevole automatico per l’ingresso degli automezzi, di 90 telecomandi per tutti i dipendenti del 118, di video citofono e chiusura di tutte le porte d’accesso». Tuttavia, «per motivazioni riguardanti il servizio di continuità assistenziale ospitato al 2° piano (la guardia medica che sarà spostata all’Itis, ndr) il sistema non viene utilizzato». C’è ma non si usa.
L’umidità e i funghi A detta del management sanitario non si registrano disagi neppure nella sede delle ambulanze di via D’Alviano. «Pur essendo la sistemazione provvisoria – rileva la direzione – abbiamo voluto posizionare all’interno delle autorimesse 4 prefabbricati di grandi dimensioni attrezzati a spogliatoi con docce e servizi idonei e mantenuti in perfetta efficienza e condizione di manutenzione. Tutti i vani sono dotati di un impianto di riscaldamento e rinfrescamento dell’aria oltre ad altro specifico impianto dedicato al solo ricambio dell’aria». Eppure, come è stato documentato, negli spogliatoi crescono i funghi e l’odore di fogna è nauseabondo. «Una qualunque visita – obbiettano però Delli Quadri e Russignan – permette di evidenziare la totale assenza di odori, caratteristici invece di ogni altro spogliatoio».
Gli allagamenti Neppure gli allagamenti del garage in cui sono parcheggiate le ambulanze, assicura l’Azienda sanitaria, rappresentano più un disagio: «Accadeva nel passato». Le stesse foto scattate dai dipendenti, così come i video, risalgono secondo la nota a tempo addietro. È così? Durante il sopralluogo del consigliere regionale M5S Andrea Ussai di sabato scorso, gli operatori hanno confermato la persistenza dei problemi a ogni acquazzone.
Gli attacchi Il Movimento, che ha ricevuto le lamentele interne dei dipendenti, ha deciso quindi di ribattere a Delli Quadri. «È incredibile che il direttore generale dell’Azienda sanitaria n°1 Triestina – osserva il consigliere Ussai – invece di presentare delle soluzioni alle problematiche segnalate, attacchi chi ha promosso delle denunce sacrosante. Chi governa, se ne è capace, deve dimostrare di saper risolvere i problemi. Altrimenti è meglio che lasci il posto ad altri. Se è vero che le cause del degrado delle sedi del 118 di Trieste sono precedenti alla nomina di Delli Quadri, le immagini e i video pubblicati dal Piccolo risalgono a qualche settimana fa. Ci auguriamo che l’Azienda intervenga per rendere gli ambienti dignitosi».
La richiesta di dimissioni Sul caso si fa sentire pure Pierpaolo Roberti, segretario provinciale della Lega Nord e candidato sindaco a Trieste, che chiede le dimissioni “immediate” di Delli Quadri. «L’increscioso stato di salute delle strutture di via D’Alviano e Farneto – accusa – è sintomatico dell'inadeguatezza della gestione della sanità triestina e, più in generale, regionale. Un quadro imbarazzante, che deve peraltro fare i conti con i tagli imposti dalla recente riforma sanitaria del Pd e di Debora Serracchiani. Ritengo inoltre vergognoso che, pur essendo stati a più riprese segnalati i disagi, i vertici dell’Azienda Sanitaria non abbiano mosso un dito per tamponare la falla e anzi è stata necessaria l’indagine del quotidiano per portare alla luce la polvere frettolosamente spazzata sotto il tappeto».
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