Tononi: «Spero che Menia voglia correre con noi»
Il candidato sindaco del Pdl: «Cercheremo di fare squadra, coinvolgendo anche Dipiazza»
TRIESTE. Per far parte della stessa «squadra», concetto ribadito a più riprese dai quattro moschettieri triestini del Pdl in Regione, e provare così a battere il nemico comune già chiaramente individuato («Cosolini, il candidato della sinistra»), non serve per forza essere amici. E Piero Tononi, il candidato sindaco scelto dal Pdl comunale e in attesa di via libera dagli organismi provinciale, regionale e nazionale oltre che dagli alleati della coalizione, lo ha ricordato chiaramente ieri.
Nella sua prima uscita ufficiale da “indicato”, il vicecoordinatore provinciale dei berluscones - scortato dagli altri tre “tipicamente triestini” Maurizio Bucci, Piero Camber e Bruno Marini - si è prodigato subito in un inno al dialogo. Alla ragione comune. Al “volemose bene” per un centrodestra coeso. Che raduni amici e non. Ha iniziato con l’appello all’amico di tante battaglie politiche, ora nell’universo di Fli: «Auspico condivisione da Roberto Menia, per correre assieme». Dall’amico si è spostato al conoscente, al sindaco Dipiazza, che gli riconosce stima sì ma che ha fatto capire di considerare la sua ipotizzata candidatura come l’ennesima mossa del «grande burattinaio», alias Giulio Camber, in attesa del nome finale: «Roberto Dipiazza è un uomo squadra - ha affermato Tononi -, un valore aggiunto per la coalizione. Sono convinto che riusciremo a trovare la quadratura del cerchio e che lui farà squadra anche perché noi (i pidiellini di Trieste in Regione, ndr) siamo sempre stati leali con lui». Dal messaggio indirizzato al sindaco a quello per il destinatario oggi più lontano, il “nemico” Franco Bandelli, leader e candidato sindaco di Un’altra Trieste e che nei confronti di Tononi (e anche di Menia e Dipiazza) ha sporto querela per quella che ha ritenuto essere una «campagna denigratoria» nei suoi confronti: «Siamo pronti a dialogare con tutti», ha chiarito ulteriormente il candidato “indicato”.
Su Bandelli ha fatto di più Bruno Marini: «Ci rivolgiamo anche a lui, affinché con la sua lista si sieda al tavolo con noi. Invito Bandelli a ritirare la sua candidatura a sindaco». Per confluire nella «squadra» del centrodestra e appoggiare così Tononi, evidentemente, visto che «l’unica cosa su cui non discutiamo è il nome - ha aggiunto Marini -. È giusto che a esprimerlo sia il partito di maggioranza relativa della coalizione, cioè il Pdl». Oltre a rivolgersi in prima battuta «a Lega Nord e Udc», Marini ha chiamato a sua volta in causa Menia: «Non credo possa tradire trent’anni di vita politica per l’odio verso Berlusconi». Mentre Piero Camber ha definito la scelta caduta su Tononi come «un segnale chiaro, forte e univoco da parte del territorio, con cui abbiamo voluto uscire dall’impasse in cui ci aveva portati un sondaggio dal quale i coinvolti erano usciti sostanzialmente tutti alla pari». Che la priorità sia ora quella di riarruolare definitivamente il soldato Dipiazza nell’esercito del Pdl, è fin troppo chiaro. Il sindaco può sbottare contro il partito dicendo di essersi sentito «umiliato», può parlare di «grande burattinaio», di «metodo che non condivido» sulla questione candidature, e i vertici locali del Popolo della Libertà incassano senza reagire. Forse che il consenso di cui gode Dipiazza in città è tale che in molti hanno una fifa blu di perderne il decisivo appoggio? «Non abbiamo paura di Dipiazza, ma rispetto», sono state le parole di Bucci. Mentre Piero Camber è stato sibillino nel ricordare che «in Consiglio comunale avremo da approvare adesso bilancio e Piano regolatore...». Un pro-memoria per il sindaco.
Presente anche il coordinatore comunale del Pdl, Fulvio Sluga, pronto a sottolineare che «Tononi è una scelta di sintesi. A Trieste c’è un partito totalmente unito che, al termine dei propri dibattiti interni, sta dimostrando di saper trovare le soluzioni migliori per il bene della città». Questa sera la proposta Tononi sarà esaminata dal coordinamento provinciale, lunedì da quello regionale e infine, a meno di stop imposti nelle tappe precedenti, a metà della prossima settimana dai vertici nazionali del Pdl. Infine, finirà eventualmente sul tavolo degli alleati.
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