Tondo striglia la giunta: «Manca il programma, basta parlare soltanto di immigrazione»
TRIESTE Il tema dell’immigrazione è «attuale ma non sufficiente», perché i problemi sono altri. E si chiamano Uti, sanità, economia. Ma anche ottenere un riconoscimento in termini di poltrone perché Autonomia responsabile è rimasta a malincuore fuori della giunta ed è ora a caccia di «visibilità in qualche partecipata importante». Renzo Tondo, oggi deputato a Roma in attesa di conoscere il destino del gruppetto di Noi con l’Italia, si prepara all’autunno e mette in chiaro che il centrodestra del Friuli Venezia Giulia ha bisogno di ingranare la marcia, perché «finora non abbiamo un programma ma solo i titoli».
Fedriga è fermo?
Nessuna polemica, al suo posto mi troverei nella stessa situazione. Ma dobbiamo prendere atto che la tormentata scelta del candidato del centrodestra ci ha rallentato sui contenuti. Ora mettiamoci a lavorare sulla definizione del programma.
Vede un rischio stasi?
Finora si è coerentemente parlato e agito nell’ambito fondamentale dell’immigrazione, ma c’è molto altro. Per le ragioni che ho detto, la parte programmatica è stata trascurata, a essere buoni. Chiediamo a Fedriga di disporre una riunione di maggioranza cui far seguire lo sviluppo dei tanti nodi da trattare.
Lo dice un partito con un solo consigliere, entrato nel gruppo della lista civica avversaria nella coalizione. Ar esiste ancora?
Siamo piccoli, ma vivi e vegeti. E ci presenteremo a tutte le prossime elezioni, anche europee, con un candidato che non sarò io. Abbiamo commesso qualche errore, è vero, perché la mia candidatura alle regionali ha fatto pensare che volessi soffiare il posto a Fedriga, ma mi ero messo a disposizione di una richiesta arrivata anche da Salvini. Abbiamo pagato un atto di lealtà.
E lo avete pagato anche dopo le elezioni…
Non siamo presenti in giunta, non per scelta nostra. Eppure nella prima riunione post elezioni, il presidente aveva promesso rappresentanza a tutte le forze. Siamo attivi in aula e sul territorio, ma va detto che c’è il tema di fondo di avere una visibilità in qualche società partecipata importante, perché siamo stati penalizzati.
Sta chiedendo la presidenza di cosa e per chi?
Ci aspettiamo una proposta coerente e seria.
Tornando al programma, quali sono le urgenze?
Uti e sanità. Sulle Uti mi auguro non sia una legge calata dall’alto e che sia fatta attraverso il Consiglio regionale, con atteggiamento opposto a quello del centrosinistra. Sulla sanità, rilevo con piacere che l’assessore Riccardi rilancia la mia proposta sulle aree vaste, ma non illudiamoci che la riperimetrazione delle Aziende risolva le cose: parliamo piuttosto di servizi, liste d’attesa, pronto soccorso e uso dei medici di medicina generale dopo il fallimento dei Cap. Senza dimenticare che dobbiamo capire se la sanità può continuare a essere finanziata in proprio. Mi auguro inoltre che si riveda la legge che ha creato Informest e Finest: andiamo verso la fine dell’embargo della Russia e dobbiamo favorire l’azione delle nostre imprese.
Lei rappresenta Trieste a Roma, ma finora l’abbiamo sentita poco.
Con i miei ci riuniremo presto e prenderemo iniziative per far sentire la nostra presenza. Vengo spesso a Trieste, ma la legislatura è partita tardi e c’è stata subito la pausa estiva: mi farò vivo quanto prima con proposte da inserire in finanziaria, anche in accordo con il sindaco Dipiazza.
Aprirà anche l’ufficio che aveva promesso?
Ho già individuato la sede.
Che idea si è fatto del governo gialloverde?
Troppe contraddizioni e tensioni fra le due anime. Terranno fino alle europee e poi si vedrà cosa succede.
E il futuro del centrodestra?
Mi auguro sarà unito, ma non so se esistono le condizioni per il partito unico che vorrebbe Salvini. Forza Italia deve però porsi il problema della perdita del consenso o consegniamo tutto alla Lega.
E i tre deputati di Nci cosa faranno?
Mercoledì ci vediamo a Roma per valutare. La futura collocazione sarà decisa dai nostri leader Fitto e Lupi. —
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