Tondo: Parco del Mare, bella idea come tante ma la cifra è iperbolica

Nessuna garanzia sui 15 milioni dalla Regione Ciriani: prima serve un progetto condiviso
di Tiziana Carpinelli
Tondo frena, parlando di «cifre iperboliche». Il suo braccio destro Ciriani apre uno spiraglio, ma la condizione che pone a un eventuale «reperimento di fondi» è precisa: che «vi sia un progetto condiviso». La condivisione della progettualità, tuttavia, mai come in questo caso risulta essere un presupposto nient’affatto scontato, visto che il presidente della Regione Renzo Tondo e il vice Luca Ciriani stanno parlando del Parco del mare di Trieste.


Sospeso tra la scelta dell’ubicazione finale (Mercato ortofrutticolo oppure Porto Vecchio?), il più ambizioso tra i piani avanzati dal presidente dell’ente camerale Antonio Paoletti si trova in prima battuta costretto a dover fare i conti con le risorse a disposizione. Infatti, tramontata a metà aprile l’era Illy, il finanziamento da 15 milioni di euro promesso dall’ex assessore regionale al Lavoro Roberto Cosolini è venuto meno, non trovando oggi puntuale inserimento nei capitoli di spesa della prossima legge finanziaria, il cui varo è all’orizzonte. «Sono a conoscenza del progetto del Parco del Mare - esordisce il presidente Tondo - e penso che possa anche essere un bel progetto».


«Il punto - si affretta ad aggiungere - è che ci sono tanti bei progetti: bisogna vedere quali sono effettivamente compatibili con la situazione finanziaria. Stiamo attraversando un momento di crisi: non possiamo non tenerne conto. Per il Parco servono 15 milioni? Mi sembra una cifra iperbolica. Alla luce del bilancio regionale posso solo dire che il Parco del mare rappresenta una delle tante, belle, iniziative che potrebbero essere realizzate. Se fossimo pieni di soldi lo farei subito, ma visto che non siamo pieni di soldi, non so se realisticamante potremo realizzarlo. Ho un elenco lunghissimo di persone che vengono a propormi cose interessanti...».


Possibilista il vicepresidente Ciriani: «Il Parco del Mare? Sì, ne ho sentito parlare molte volte e mi pare un progetto interessante sia per lo sviluppo del turismo di Trieste che per la riqualificazione del suo territorio. Attualmente non sono previste, nei diversi capitoli di bilancio, risorse specifiche ma ciò non costituisce un problema. I soldi, per una progettualità meritevole di attenzione, si possono sempre recuperare. Come? Attingendo a fondi statali o europei, per esempio. La Regione, lo voglio sottolineare, ha interesse a investire sul Parco del mare: l'importante è che ci sia il consenso della città per valutare come, materialmente, la struttura possa essere realizzata. Il Comune, la Camera di commercio, il mondo imprenditoriale deve essere chiamata a esprimere un progetto condiviso: una volta fatto ciò, la Regione potrà tranquillamente aprire un tavolo attorno al quale discutere assieme».


Il segnale è preciso: Trieste, se vuole ottenere dei fondi, deve innanzitutto mettere d’accordo tutti i portatori d’interesse. «Non intendo entrare nel merito della localizzazione del Parco - spiega Ciriani -: farlo qui o là, per la Regione, è indifferente. Ribadisco che mi sembra una cosa valida e seria ma, proprio perchè la cifra è rilevante, non si può porre uno stanziamento senza prima vedere il progetto appoggiato da tutta la città».


Dal canto suo, il presidente camerale Paoletti si dichiara «molto sereno», poiché «il progetto di Campo Marzio sta andando avanti senza battute d'arresto».


«La città – chiarisce – vuole il Parco in virtù dei risvolti occupazionali che determinerebbe sul territorio. Perchè rappresenta un modo per arginare la contingente crisi economica, ampliando l’offerta turistica e richiamando migliaia di visitatori a Trieste. E la zona, ben collegata alla viabilità, denota i suoi punti di forza». Paoletti non intende alimentare polemiche sul sito da individuare, «ma una delle cordate pone sul Porto vecchio due condizioni di non poco conto: la bonifica dell’area e l’eliminazione della zona franca». «Non mi paiono - conclude - immediatamente attuabili».

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