Tondo offre la Cultura alla TamaroLa scrittrice: "No, grazie"
Nel toto-assessori l’unica certezza è la Sanità a Kosic, che annuncia: «Scelte etiche alla base del mio lavoro»
di Marco Ballico
di Marco Ballico
Renzo Tondo
UDINE
Renzo Tondo chiama Lorenzo Tamaro e gli chiede: «Susanna sarebbe disponibile per l’assessorato alla Cultura?». Lorenzo è il fratello di Susanna, la scrittrice, proprio lei, quella di «Va’ dove ti porta il cuore». Il forzista carnico ha battuto Riccardo Illy nel confronto diretto e va in alto, molto in alto. L’outsider per la cultura, l’«asso» che Tondo voleva calare nella sua giunta è Susanna Tamaro. Proprio lei, appunto. Quel nome, davvero sorprendente, spunta nella festa del 25 aprile, e i piani alti del Pdl regionale non lo smentiscono. Ma non lo smentisce nemmeno l’entourage della scrittrice.
Tondo ha chiamato Lorenzo, gli ha chiesto di trasferire la proposta alla sorella: «Chiedile che ne pensa». Un tentativo non dei più facili. Destinato, a meno di clamorosi colpi di scena, a finire in un nulla di fatto, visto che la Tamaro - sempre tramite il fratello - ha già detto «no grazie». Ma il presidente ci ha provato, con una donna tra l’altro, ad arruolare un nome d’eccezione nella sua squadra e a risolvere contemporaneamente un terzo dei problemi con le quote rosa: per la nuova giunta, si sa, servono tre donne. Susanna Tamaro, inoltre, non è affatto un «visitor». La nota scrittrice è nata il 12 dicembre del 1957 a Trieste. Nipote per parte di madre di Italo Svevo, il suo esordio letterario è lontano 19 anni (nel 1989 pubblica «La testa tra le nuvole»), mentre il grande successo è del 1994 («Va dove ti porta il cuore»).
Quattro anni fa l’esordio nella cinematografia con il film (scritto e diretto) «Nel mio amore», ma nel suo curriculum c’è anche la musica: è lei a scrivere «Nel respiro più grande», canzone musicata da Ron e presentata al festival di Sanremo nel 1997 da Tosca. L’ultimo libro è «Luisito», una favola moderna pubblicata lo scorso mese di febbraio. Un sogno, dunque, la Tamaro assessore? Dall’Umbria, dal piccolo paesino dove la scrittrice vive, rispondono che è proprio così. Che il «no grazie» non può cambiare. Chissà.
Di sicuro, così dicono in casa Pdl, Tondo non si arrenderà comunque. E cercherà ancora una grande personalità per la cultura. Scegliendo lui – proprio come ha fatto per la Sanità con Vladimiro Kosic, il presidente della consulta dei disabili – l’esterno di spicco, nonostante le resistenze dei partiti. Dovesse arrivare davvero il supernome alla Cultura, il fragile equilibrio di una giunta che rischia di scontentare tanti, soprattutto Udine e Gorizia, verrebbe però messo a rischio. Chi tagliare dopo aver scontentato i tre udinesi (Roberto Asquini, Massimo Blasoni e Paride Cargnelutti rimangono in seconda fila) e negato un posto a Gorizia?
Ieri sera, tra l’altro, il presidente della Regione, presente alla festa di primavera (ultima tappa di una serie di visite condotte in due giorni in tutte le quattro province), ospite di Ettore Romoli, non avrebbe ricevuto richieste ufficiali di nominare nella sua giunta un assessore goriziano. Non un verdetto definitivo, ma un segnale. Accompagnato dalla conferma che, salvo casi eccezionali, le giunte itineranti di Illy saranno un ricordo. L’esecutivo di centrodestra si riunirà, assicura Tondo, nelle sedi dei quattro capoluoghi provinciali.
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