Tondo non molla: sopprimerò gli Erdisu
TRIESTE. A Paluzza, la scorsa settimana, i due rettori di Trieste e Udine hanno piazzato l’altolà. Gli studenti contestano da giorni. E ieri è toccato alla Lega Nord con Pietro Fontanini alzare la voce: «Gli Erdisu non si toccano». Ma Renzo Tondo, senza troppe parole, assicura che non si torna indietro: «Procederemo con la soppressione. Nonostante le resistenze».
L’annuncio del governatore è datato 27 settembre, il giorno del “pacchetto tagli” presentato in Consiglio regionale. La reazione più decisa è invece di pochi giorni fa, in occasione degli incontri in montagna tra giunta e società regionale. Francesco Peroni, rettore dell’Università di Trieste, e la collega di Udine Cristiana Compagno hanno espresso unanime perplessità sull’annunciato disegno di cancellazione degli Erdisu, evidenziando la qualità dei servizi finora assicurata dai due enti regionali e sottolineando altresì l’esigenza prioritaria di salvaguardare il diritto allo studio, in una fase socio-economica così travagliata. Da parte di Peroni e Compagno anche il rilievo sulle azioni «coraggiose» avviate proprio dal mondo universitario «nella direzione di una riforma complessiva della governance e dell’ammodernamento delle strutture, pur trovandoci a operare in un contesto di drammatica contrazione delle risorse pubbliche e, tuttavia, continuando ad assicurare alta qualità del prodotto scientifico e formativo, in un quadro di crescenti relazioni internazionali».
Alle contestazioni e ai sit-in degli studenti si aggiunge da ieri anche la contrarietà della Lega Nord. «A Udine l’Erdisu funziona ed è necessario mantenerlo così com’è», è la posizione espressa dal presidente della Provincia Fontanini nel corso dell’incontro con il rettore Compagno, presente anche l’assessore provinciale Adriano Iaon, già presidente dell’Erdisu friulano, che ha rilevato come la gestione udinese sia stata sempre «meno costosa» di quella triestina. In un comunicato stampa Fontanini si oppone all’ipotesi di «accorpamento». E commenta: «Mi pare si sia perso di vista un dato fondamentale: stiamo parlando di due realtà completamente diverse che hanno esigenze differenti. Se quella friulana, per la sua collocazione centrale in regione, è frequentata da una maggioranza di studenti pendolari, l’Università di Trieste, per la collocazione geografica, ospita per lo più studenti fuori sede che prendono un alloggio in affitto. A fronte di questa distinzione, non capisco come vi possa essere un unico organismo». In realtà Tondo non pensa alla fusione ma alla cancellazione degli enti, tanto a Trieste quanto a Udine. E conferma, appunto, che si andrà avanti malgrado le resistenze. Perché i tempi lo impongono. E perché, come più volte ha rilevato, nel suo dna c’è sempre stato il taglio dei rami quando sono considerati ormai secchi.
A intervenire in difesa degli Erdisu, sempre ieri, c’è però ancora Compagno: «Si sta parlando di due enti che garantiscono il diritto allo studio in due contesti completamente diversi. È necessario pensare a un consolidamento dei servizi per il diritto allo studio e definire un modello organizzativo adatto per le diverse esigenze». Non manca, tuttavia, un’apertura: «Al fine di salvaguardare la qualità del servizio e la contemporanea riduzione di costi, nel corso degli incontri con l’assessore Molinaro, ho comunque dato massima disponibilità da parte dell’Università di Udine a un’eventuale incorporazione delle funzioni oggi esercitate dall’Erdisu a fronte del necessario trasferimento dei fondi». Proprio Molinaro, rivolto al presidente del Coordinamento regionale alta formazione (Coraf) Marino Jamir e ai rappresentanti del Consiglio degli studenti di Trieste, parla intanto di «approfondimenti in corso, fondamento per la successiva definizione dell’eventuale nuovo assetto organizzativo del diritto allo studio universitario». L’assessore conclude: «Nel momento in cui la Regione sarà in possesso di oggettivi elementi di valutazione del problema, saranno avviate le necessarie consultazioni».
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