Tondo: "Il caso di Galan simile al mio"
Non ricandidato nel 2003 a favore della leghista Alessandra Guerra, che poi perse, il governatore Renzo Tondo analizza il caso del "collega" veneto Giancarlo Galan
Il governatore Renzo Tondo
TRIESTE
«Il mio commento sul caso Galan? La mia storia». Renzo Tondo non dimentica di aver vissuto, nel 2003, una situazione simile: presidente uscente ma messo in discussione e, infine, non ricandidato. Tondo, però, non decise l'atto estremo, la candidatura solitaria, lo strappo finale. Rispettò le regole, si mise da parte e fu ricompensato con la candidatura prima a Roma e poi di nuovo in Regione. Anche in quell'occasione i giochi si fecero a livello nazionale: la Lega chiese la presidenza di una Regione del Nord e toccò ad Alessandra Guerra sfidare Riccardo Illy: fu la disfatta per il centrodestra.
Tondo, oggi, è convinto che l'amico Giancarlo Galan - per la cui ricandidatura qualche settimana fa ha pure lanciato un appello sul suo blog - non si presenterà alle regionali del prossimo anno contro il Pdl e la Lega Nord. «Mi pare che il governatore del Veneto - osserva il presidente del Friuli Venezia Giulia - stia solo alzando il prezzo per ottenere un altro incarico nel quale fare il bene del territorio nordestino».
Presidente Tondo, che ne pensa del caso Galan?
È la mia storia. Nelle sue dichiarazioni Galan insiste su una cosa, vale a dire che vuole capire che cosa sta succedendo, che gli si devono dare delle spiegazioni nel caso di una scelta dall'alto che modifichi la guida del Veneto. Sta cercando di resistere fin che può, come è giusto e legittimo che sia.
Ma ritiene che Galan possa alla fine davvero candidarsi in solitaria e mettere così in difficoltà la coalizione di centrodestra?
Per quello che lo conosco, escludo possa candidarsi da solo o fare scelte diverse. Assistiamo a una delle solite vicende cui la politica ci ha abituato.
Solo una minaccia dunque?
Galan sta alzando un prezzo, negoziando non solo una posizione per sé ma per il Pdl veneto. Pdl veneto che, evidentemente, non vuole lasciare la presidenza alla Lega.
Come andrà a finire?
Il rapporto di Galan con Berlusconi e la parte forzista del Pdl è tale che si troverà una soluzione positiva per le parti.
Si sta gestendo male la vicenda della ricandidatura proprio come si fece in Friuli Venezia Giulia nel 2003 quando Umberto Bossi impose Alessandra Guerra?
Direi di sì. Quando cresce il clamore mediatico non va mai troppo bene. Meglio gestire una simile vicenda nelle sacrestie del potere, bisogna trovare mediazioni senza forzare troppo la mano.
Come riuscire a farlo?
Guardando non tanto al «quanti a te, quanti a me», ma a chi ha possibilità di vincere e di governare meglio. Si deve uscire dalla logica del se la Lega ha o non ha una presidenza al Nord, se il Piemonte spetta o no al Pdl, se gli ex An devono avere o no il Lazio. Probabilmente la coalizione non è ancora matura per farlo.
Galan ha le migliori possibilità di vincere e di governare meglio?
Penso, ripeto, che stia alzando il prezzo per arrivare da un'altra parte, per ottenere un altro incarico per il Veneto e per il Nordest. Penso, e spero, che faccia questo.
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