Tondo apre la campagna elettorale, lo ascoltano in duemila
Parte da Manzano la campagna elettorale di Renzo Tondo per le regionali del 21 aprile. Circa duemila le persone presenti al palazzetto dello sport che il governatore uscente ha “arringato” da leader con un discorso che in parte ha ripercorso le “cose fatte” nella legislatura - dalla riduzione del debito e dei consiglieri regionali al rifinanziamento degli ammortizzatori sociali in deroga - e in parte più rivolta al futuro, a quello che sarà e dovrà essere il centrodestra regionale dopo le politiche di fine febbraio.
«Immagino accanto al mio partito di appartenenza - spiega Tondo - un movimento che possa federarsi al Pdl, come avviene in Germania tra Csu e Csu, e che possa raccogliere le speranze e le esigenze del popolo del Friuli Venezia Giulia. Una regione che conosco molto bene, dai monti al mare, e per la quale immagino una autonomia ancora più profonda ed estesa». Sul piano dei rapporti con Roma il presidente dice: «I burocrati romani non capiscono e Roma “dimentica e non ringrazia”. Ma noi siamo virtuosi perché la nostra autonomia si basa sulla responsabilità e sul fare senza compromissioni». E riempe la “nuova autonomia” con una proposta che dovrà coinvolgere le forze sociali, il terzo settore, i sindacati, i giovani, i dipendenti pubblici, i professionisti e il sistema finanziario. A tutte queste categorie economiche e sociali Tondo propone un patto: «Sono disposto ad ascoltare e ad accogliere le vostre proposte - ha detto - purchè vengano indicate anche le soluzioni ai gravi problemi che abbiamo difronte». Nel suo intervento non manca l’autocritica come quando parla dei sindacati, «che forse ho ascoltato poco».
Il presidente uscente ha parlato per oltre un’ora trovando anche l’occasione per togliersi qualche sassolino dalle scarpe. Come quando ha rivolto alla concorrente, Debora Serracchiani, una domanda: «Se perdi le elezioni rimani in Consiglio o tornerai a Bruxelles? Dillo adesso!».
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