Tlt: resa dei conti tra indipendentisti
Clima da resa dei conti fra indipendentisti. Il Movimento Trieste Libera di Paolo G. Parovel e Roberto Giurastante tira in ballo armi e mette nel mirino gli “altri” indipendentisti, quelli del Territorio Libero3, nati dalla diaspora di giugno. I quali a loro volta replicano accusando Parovel di essere stato un agente «al soldo dei servizi segreti sloveni». La bufera è scoppiata la vigilia di Ferragosto quando l’Mtl «originario e autentico» presieduto da Giurastante, annunciando una conferenza stampa per lunedì, ha emesso una nota sottolineando come «fatti nuovi su più livelli stanno aggravando alcune attività irresponsabili dei quali due gruppi pesudo-indipendentisti rischiando di compromettere l’indipendentismo triestino autentico». Secondo l’Mtl «dirigenti di spicco» di Territorio Libero 3 e Gruppo Sicurezza Trieste Libera «hanno compromissioni criminali e destabilizzanti accertate. Quelle due organizzazioni (Territorio Libero 3 e Gruppo Sicurezza Trieste Libera, ndr) sono infatti create e dirette anche da individui che, oltre ad avere commesso gravi illeciti contro il Mtl, sono risultati già compromessi o pregiudicati e/o sottoposti a procedimenti o indagini penali per reati di truffa, spaccio e consumo di cocaina, per contatti a Trieste e all’estero con soggetti attivi in traffici di droga e riciclaggi, e per addestramento illegale con armi da guerra».
Replica Vito Potenza, presidente del Territorio Libero 3: «Non c’è niente. Accusano di traffico d’armi persone che vanno a sparare in Slovenia in un poligono autorizzato e assolutamente legale. Poi fanno riferimenti a qualche ex associato (ndr, Alessandro Gotti) coinvolto in questioni di droga che però già molti anni fa ha patteggiato chiudendo il suo debito con la giustizia. La verità è che da quando ci siamo messi a fare sul serio, loro hanno messo in atto attacchi ripetuti senza senso». «Abbiamo dovuto replicare pubblicamente alle diffamazioni. Lo abbiamo fatto mettendo in rete alcuni documenti su Paolo G. Parovel», aggiunge Potenza. Il riferimento è a un volantino in cui si legge: «Ragiona, non farti fregare da chi agisce seguendo un’agenda contraria agli interessi di tutti i triestini». Nella pagina successiva compare la copia di un documento che fa riferimento alla collaborazione di Parovel con i servizi sloveni. E sopra una frase ben chiara: «Il distruttore del movimento era al soldo dei servizi segreti sloveni».
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