«Tlt, l’Italia non può più far finta di niente»
Un dossier in cui sono state raccolte e spiegate nel dettaglio le violazioni commesse dall’autorità italiana nei confronti dei cittadini del Territorio Libero di Trieste nel corso degli ultimi 60 anni. Una denuncia ufficiale contenuta in un fascicolo denominato “Atto urgente di reclamo e messa in mora”, presentato nei giorni scorsi al Governo italiano reo di aver violato il mandato fiduciario di amministrazione civile provvisoria del Tlt, conferito con il Memorandum di Londra, in esecuzione del Trattato di Pace di Parigi.
È l’ultima azione portata avanti dagli esponenti del movimento Trieste Libera, che hanno esteso l’atto anche a tutte le amministrazioni locali dello Stato italiano operanti nella zona A del Tlt e che, attualmente, è in fase di trasmissione al Consiglio di Sicurezza e ai Paesi membri delle Nazioni Unite, al Parlamento e alla Commissione europea.
«È un atto giuridico di grande rilevanza in cui sono evidenziate le violazioni perpetrate dallo Stato italiano fin dal 1954, quando attraverso una sovranità autodichiarata si è di fatto imposto come stato occupante di questo territorio», ha spiegato Roberto Giurastante di Trieste Libera, durante un affollato incontro tenuto nella nuova sede del Movimento di piazza della Borsa 2: movimento che gode di una “vetrina” importante nel palazzetto liberty firmato da Max Fabiani. «Portiamo avanti questa battaglia da un anno e mezzo - ha proseguito Giurastante - e dopo aver interpellato senza successo l’autorità giudiziaria, l’unica soluzione era investire della questione il Governo italiano». Nel documento, Trieste Libera propone anche soluzioni: nello specifico, viene precisato che il Governo italiano dovrà riconoscere ed esercitare il proprio mandato fiduciario evitando ogni genere di confusione tra il Territorio Libero di Trieste e lo Stato Italiano, oppure, in caso di impossibilità dovuta a conflitti di interesse, rimetterlo nelle mani degli stati affidatari, Usa e Gran Bretagna, che a loro volta potranno chiamare in causa direttamente il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, che potrà decidere di esercitarlo in proprio o delegare l’amministrazione del territorio ad un’altro stato che, nei suggerimenti di Trieste Libera, potrebbe essere individuato nell’Austria.
«Questo atto diventa uno strumento forte che tutti i cittadini del Tlt potranno utilizzare per opporsi ad ogni violazione o azione intimidatoria da parte dell’autorità italiana - ha concluso Giurastante -. L’Italia non potrà più far finta di niente e dovrà prendere atto di queste accuse di violazione del diritto internazionale. In modo particolare quelle riguardanti l’esproprio forzato dei beni pubblici demaniali di Trieste e del suo Porto Franco Internazionale: una truffa colossale da decine di miliardi di euro che ha provocato l’attuale situazione disastrosa del Porto e di cui ora l’Italia dovrà rendere conto».
Pierpaolo Pitich
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