Tlt, la «carnevalata fiscale» nel mirino del ministero

TRIESTE. Una «carnevalata mediatica». Ma con inevitabili e pesanti conseguenze. Enrico Zanetti, viceministro delle Finanze, stenta a credere alle notizie che arrivano da Trieste, a 229 cittadini (anche se il Tlt sostiene ora che siano migliaia) che dicono di appartenere a un territorio libero e che, con questa motivazione, rifiutano di pagare le tasse. Vicenda «surreale», commenta l’esponente del governo Renzi, senza però nascondere gli effetti ai trasgressori. Gli stessi che insistono al punto dall’accompagnare la loro ribadita posizione “tax free” con una denuncia in Procura nei confronti del commissario di governo, il prefetto Annapaola Porzio, che due giorni fa ha reso pubblica la rivolta fiscale in città.
Zanetti, nello stroncare l’iniziativa, non fa mancare una premessa sugli sforzi dell’esecutivo in tema di pressione fiscale: «Il peso sui cittadini è ritornato ai livelli del 2010, ma rimane ancora eccessivo». Tuttavia, prosegue il viceministro, «se qualcuno crede di potersi inventare un improbabile titolo giuridico per non pagare i tributi, si sbaglia di grosso. Andrà incontro, oltre che a una delusione enorme, a dover sommare anche le sanzioni. Fino al reato penale nei casi di maggiori gravità».
Le giustificazioni dei simpatizzanti del Tlt? «A chi si muove con convinzione, posso solo dire “in bocca al lupo”. Chi al contrario pensa, in buona fede, che ci sia un qualunque fondamento di legge finirà in un vicolo cieco. Meglio si renda subito conto del rischio che corre». Il rischio di aver scelto una via «che così strampalata non credevo potesse esistere».
Parole che il Tlt, che si rivolge anche all’assessore regionale Francesco Peroni precisando di avere avviato «una campagna di obiezione fiscale e non di evasione», non è intenzionato ad ascoltare. Giovedì, a firma del presidente del movimento Roberto Giurastante, è stata depositata la denuncia penale «per i reati di falso ideologico, rifiuto e omissione di atti d’ufficio, abuso d’ufficio e minaccia, con l’aggravante del grave danno ingiusto commessi da pubblici funzionari assegnati dall’amministrazione civile provvisoria del Free Territory of Trieste affidata al governo italiano dei quali si chiede l’identificazione e la punizione». Nel mirino la comunicazione del sito della prefettura e le dichiarazioni del commissario Porzio al Piccolo. Nella denuncia si sostiene tra l’altro che chi contesta la sovranità dello Stato lo fa «non in quanto tale e ovunque, ma sulla base degli strumenti giuridici vigenti di diritto internazionale e di diritto italiano» e ancora che il rifiuto di pagare le tasse riguarda solo «quelle ingiuste dello Stato italiano», con la precisazione, inoltre, che le dichiarazioni di obiezione fiscale motivata «sono già migliaia e attendono risposta da oltre un anno».
Le minacce di cui si sarebbero resi responsabili i funzionari? Secondo il Tlt si configurerebbero nell’«allarmante» messaggio sul fatto che il mancato pagamento delle tasse italiane «costituisce reato». «Mentre la nostra obiezione fiscale è stata ampiamente motivata - osserva Paolo Parovel, responsabile esteri del movimento -, il commissario, senza averci mai risposto, dice ora improvvisamente che noi non esistiamo. Per questo siamo stati obbligati a denunciare le lacune del suo atto».
Il prefetto di Trieste non si turba: «Prendo atto, lo leggerò sul giornale». Niente di troppo altro da aggiungere dopo avere reso noti i fatti: «Non ce l’ho con il Tlt come movimento politico, ma ciascuno si assume le responsabilità di ciò che dice e di ciò che fa. Nel mio ruolo ho sentito il dovere di avvertire i cittadini che, se uno Stato impone delle tasse, quelle tasse vanno pagate. Un modo per tutelare quegli stessi cittadini».
Sulla vicenda intervengono anche i due parlamentari triestini del Pd. Il capogruppo alla Camera Ettore Rosato si dice «preoccupato perché qualcuno non si rende conto dei rischi e dei costi di questa irragionevole procedura in una città profondamente italiana per storia», mentre il senatore Francesco Russo evidenzia il «paradosso di chi dice di lottare per dare un futuro migliore a Trieste ma, non pagando le tasse, produce l’effetto opposto. Se la loro quota parte viene a mancare delle due l’una: o si alzano le tasse per tutti gli altri o si tagliano i servizi. Quei servizi di cui, comunque, pure i simpatizzanti del Tlt continuano a usufruire».
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