Tiramisù made in Pieris. La figlia dell’inventore: «Zaia deve rassegnarsi»

Flavia Cosolo e il dolce inventato dal padre finito su un libro: «Il presidente del Veneto legga prima di fare rivendicazioni»
Un gustosissimo tiramisù
Un gustosissimo tiramisù

SAN CANZIAN D’ISONZO. Il Veneto e il governatore Luca Zaia dovranno accontentarsi della medaglia d’argento. A ribattere al presidente della Regione confinante è, con la consueta decisione, Flavia Cosolo, una delle due figlie di Mario, il patron del ristorante “Il Vetturino” di Pieris, la cui coppa dal nome omonimo fu ribattezzata per iniziativa di un cliente “Tiremesu” alla fine della seconda guerra mondiale.

Battaglia sul Tiramisù Pieris sfida il Veneto

«Con buona pace dei veneti, il primo dolce con quel nome è quello inventato da mio padre - afferma Flavia Cosolo -, ci sono i miei ricordi di bambina, ma anche quelli, scritti e firmati, di diverse persone che erano adulte e frequentavano il locale negli anni ’40 dello scorso secolo. C’è la testimonianza del triestino che ora vive a Miami e ha assistito alla genesi del nome. I primi a utilizzare il mascarpone per un dolce che riprendeva la denominazione sono stati i titolari del Roma di Tolmezzo».

In questi anni Flavia Cosolo non ha solo raccolto testimonianze, ma ha anche registrato la ricetta del “Tiremesu” bisiaco davanti a un notaio. «Ora ci sono due scrittori, Clara e Gigi Padovani, che hanno raccontato la nostra storia e quella del Tiramisu - aggiunge Cosolo - e a Zaia dico, come hanno fatto i due autori, di leggersi il libro prima di pretendere primogeniture».

In attesa di un confronto, cui si sono detti disponibili, tra i governatori del Veneto Luca Zaia e del Friuli Venezia Giulia Debora Serracchiani, Clara e Gigi Padovani assieme alla figlia di Cosolo giovedì prossimo presenteranno il libro al presidente del Consiglio regionale Franco Iacop nella sede dell’istituzione a Trieste.

La trattoria "Al Vetturino" dove, stando alle ultime ricerche, è stato inventato il tiramisù
La trattoria "Al Vetturino" dove, stando alle ultime ricerche, è stato inventato il tiramisù

In piazza Oberdan ci andranno anche il coro dei Costumi bisiachi e numerosi assaggi del dolce nato a Pieris. L'incontro precederà quello in programma, alle 17, a Monfalcone nella Galleria comunale d'Arte contemporanea, primo appuntamento della terza edizione di “Terre di magici sapori”. Insomma, sul Tiramisù fra Veneto e Friuli Venezia Giulia si dividono, anche se non ai livelli del passaggio di Sappada dal Veneto al Friuli Venezia Giulia.

I due autori del volume, intanto, cercano di stemperare le polemiche. «La realtà storica del tiramisù è scolpita su carta, non su pietra, nel nostro libro», affermano i due gastronomi. «Il presidente della Regione Veneto Luca Zaia interviene difendendo la trevigianità del tiramisù - proseguono - senza aver purtroppo potuto leggere il nostro saggio, frutto di due anni di ricerche storiche». E aggiungono: «Siamo stati a Treviso, in Friuli Venezia Giulia, nel Lodigiano, a Venezia e a Roma per scoprirne le vere radici».

Testimoni in soccorso di Pieris per il Tiramisù

Nel libro per la prima volta sono pubblicati i documenti che indicano con prove scritte datate che le prime ricette sono quelle di un dolce chiamato “tireme su” dal cuoco Mario Cosolo del ristorante "Al Vetturino" a Pieris di San Canzian d'Isonzo nel 1950 e poi di un altro chiamato “tirimi su” e “dolce tirami su” dalla cuoca Norma Pielli di Tolmezzo del ristorante Albergo Roma nel 1959.

Esiste anche un menù dell'Accademia italiana della cCucina di Udine con le date 1963 e 1965. Nel volume sono pubblicate per la prima volta quattro ricette originali del tiramisù, due friulane e due venete. «E si ricorda che la ricetta di Linguanotto delle Beccherie di Treviso è la prima a essere codificata su un libro del 1983», aggiungono gli autori.

«Se i presidenti Zaia e Serracchiani lo desiderano siamo pronti a partecipare a un pubblico confronto, con tutti i documenti - concludono Clara e Gigi Padovani -. Come affermiamo nell’introduzione al libro: “noi italiani siamo così; mentre futilmente continuiamo a litigare sulla paternità di un’idea geniale, questa, senza che ce ne accorgiamo, supera i confini nazionali e diventa patrimonio dell’umanità».

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