Timbri falsi sul passaporto, Battisti rischia l’espulsione dal Brasile

Respinto il ricorso del terrorista condannato all’ergastolo in Italia e latitante da decenni. Era stato condannato per la manomissione dei documenti con cui entrò nel Paese sodamericano nel 2004
Cesare Battisti a Fortaleza in una foto del 2011. ANSA/Deivyson Fernandes
Cesare Battisti a Fortaleza in una foto del 2011. ANSA/Deivyson Fernandes

Cesare Battisti, il terrorista dei Proletari Armati per il Comunismo condannato all’ergastolo in Italia, rischia l’espulsione dal Brasile dov’è rifugiato da anni. Il Tribunale superiore di giustizia brasiliano (Stj) ha infatti respinto il suo ricorso contro una condanna per la falsificazione di timbri del servizio immigrazione sul passaporto con il quale entrò nel Paese, nel 2004.

Come riferisce l’agenzia locale O Globo, copia della sentenza sarà trasmessa al ministro della Giustizia Jose Eduardo Cardozo per «le misure ritenute ragionevoli».

La legge brasiliana prevede fino all’espulsione per chi falsifica i documenti per ottenere l’ingresso o il soggiorno nel Paese.

Battisti, 59 anni, è stato condannato all’ergastolo in contumacia in Italia nel 1993 per quattro omicidi compiuti alla fine degli anni ’70, compreso quello di un meresciallo degli agenti di custodia del carcere di Udine (’78). Dopo esser fuggito dalla Francia nel timore di una possibile estradizione, era riparato in Brasile dove però era stato arrestato nel 2007. Trascorsi 4 anni e 4 mesi in carcere a Brasilia, era stato liberato il 9 giugno 2011, poche ore dopo che la Corte Suprema aveva bocciato la richiesta di estradizione in Italia, accordandogli poi lo status di rifugiato politico.

Riproduzione riservata © Il Piccolo