Timbrava al Sincrotrone per il marito assente

Coppia sanzionata dall’ente di ricerca: doppia sospensione dal lavoro. Niente processo in Tribunale però: querela tardiva

TRIESTE. È una truffa tutta in famiglia quella che si è consumata al Sincrotrone, finendo poi dritta dritta in Tribunale davanti a un giudice. Perché i “furbetti del cartellino”, stavolta, non sono soltanto semplici colleghi, ma pure marito e moglie.

Ne sanno qualcosa al centro di ricerca di Padriciano, dove lavora la coppia: la cinquantenne goriziana Monica Maccari e il quarantatreenne triestino Michele Pasqualetto. La moglie ha timbrato il badge del marito assente. I due, che risiedono a Monfalcone, sono stati pizzicati e denunciati dalla stessa società.

I fatti si riferiscono al maggio del 2017, ma sono venuti a galla in questi giorni nel corso di un’udienza celebrata in Tribunale. Un’udienza peraltro favorevole alla coppia, difesa dall’avvocato Sascha Kristancic: il giudice Laura Barresi ha dichiarato di «non doversi procedere per querela tardiva».

Dal Sincrotrone, insomma, la denuncia è scattata in ritardo, cioè oltre i limiti di legge. Ma sia Maccari che Pasqualetto sono stati sanzionati dalla società: due giorni di sospensione dal lavoro e dalla retribuzione per il marito, tre giorni di sospensione per la moglie.

Stando a quanto riportato negli atti giudiziari, il 10 maggio del 2017 Monica Maccari si è recata al centro di ricerca munita non solamente del proprio cartellino, ma pure di quello del coniuge. Dopo aver registrato la propria presenza timbrando il badge all’ingresso (ore 8.13), la cinquantenne ha strisciato anche quello del compagno. Circostanza, questa, che la società ha potuto constatare verificando l’elenco delle timbrature. Pasqualetto, quel giorno, si è fatto vedere appena alle 11.30.

Non solo. Quel giorno i colleghi si sono messi a cercare il quarantatreenne, ma invano. «Risultava irreperibile nelle diverse postazioni di lavoro a lui assegnate». E nessuno lo ha visto entrare fino, appunto, alle 11.30.

Alle 11.04 Pasqualetto ha chiamato i propri capi che lo stavano cercando ormai da ore (compreso il responsabile delle risorse umane). L’uomo si è giustificato dicendo di aver avuto, quella mattina, «un disturbo che lo ha costretto più volte a recarsi ai servizi igienici», viene precisato nella denuncia. La moglie ha confermato.

Non sarebbe la prima volta che Pasqualetto incappa in guai con la società: il dipendente, sottolinea il Sincrotrone, «è destinatario di altre due precedenti sanzioni disciplinari». Il centro di ricerca di Padriciano cita il 6 luglio del 2015, quando l’allora responsabile delle risorse umane aveva contestato a Pasqualetto una serie di ritardi e assenze non concordati con i capi.

In un’occasione, in particolare, risulta una timbratura alle 9.57, mentre il dipendente non era stato rintracciato fino alle 13.30. Così il 16 dicembre 2015: il badge era stato strisciato in entrata alle 8.49 e in uscita alle 18.28. Ma di Pasqualetto, anche quella volta, non c’era traccia.


 

Argomenti:sincrotrone

Riproduzione riservata © Il Piccolo