Timavo aggrappata alle quote per non sprofondare in rosso
Nel periodaccio nero della Canottieri Timavo, sotto choc per l’emersa sottrazione dalle casse di circa 290 mila euro – in realtà quasi 292 mila, ma un paio di migliaia si sarebbero recuperate dopo un patto di rientro firmato dalla presunta responsabile dell’ammanco, secondo la versione e i documenti forniti dal presidente del sodalizio a direttivo e Guardia di finanza – uno spiraglio positivo s’intravede.
Da recentissime verifiche sulla contabilità, infatti, il sodalizio dovrebbe riuscire a portare fuori da possibili ingorghi l’attività, senza finire gambe all’aria. Ci sono risorse, cioè, per rispondere ai creditori evitando il rosso, circostanza che aprirebbe altrimenti scenari ancor più funesti rispetto a quelli già esistenti. E che comunque fanno penare la più antica delle associazioni attive a Monfalcone, Stella d’oro al merito del Coni, fondata 99 anni fa e pronta a tagliare, nel 2020, il secolo di vita, dopo aver dato alla luce fior di campioni. Della vicenda infatti è venuta al corrente anche la Federazione nazionale. Giungendo perfino all’orecchio del presidente Giuseppe Abbagnale, peraltro martedì sera a Trieste, che così ha commentato: «Non posso che pensare che sia stata mal riposta la fiducia da parte di una realtà sana e solida. Qualcuno ha approfittato di una sincera amicizia. Ma la Timavo è una struttura con basi concrete e valori: ha la capacità e le persone per superare anche un momento difficile».
I conti. Quanto alle posizioni debitorie risultano al consiglio direttivo circa 80 mila euro da saldare a breve, per rifondere i fornitori; quindi altri 72 mila per la restituzione delle cauzioni ai soci uscenti: di questi 13.500 sarebbero da saldare con celerità perché i termini (tre mesi) sono in via di scadenza. Infine circa 40 mila da destinare agli impegni già assunti per l’acquisto di barche. Fin qui i debiti, complessivamente pari a 192 mila euro, secondo la relazione di lunedì. Il direttivo ha riscontrato, come verbalizzato in quella riunione, che le «risorse attive sono a oggi minime, tuttavia dovrebbero migliorare nelle prossime settimane», questo perché vanno riscossi entro fine marzo gli incassi sulle quote sociali (un iscritto versa per esempio 150 euro l’anno per far parte della Canottieri Timavo) e i posti ormeggio. La previsione, in questo caso, è di un’iniezione nelle casse di 150 mila euro, cui vanno aggiunti altri 70 mila che dovrebbero derivare dall’assegnazione dei posti barca rimasti ancora liberi. In tutto 220 mila, quindi. Ora, tralasciando per un attimo nel ragionamento la questione dei 290 mila euro volatilizzati e considerando solo l’attuale situazione, tra debiti e crediti, la società sportiva nel fronteggiare le spese non finirebbe in passivo, ma registrerebbe comunque un più 28 mila euro. Di qui anche l’appello del consigliere Enzo Lorenzon ai soci di pagare i canoni sociali e di ormeggio il prima possibile.
Non si può escludere, a fronte della delicata situazione, una richiesta di una tantum ai soci, durante l’assemblea straordinaria di domenica, che si preannuncia calda, magari per creare un fondo in caso di necessità. Qualcuno del direttivo potrebbe proporlo: l’idea, almeno, sta circolando in queste ore.
Il quadro delinea una situazione di equilibrio nei bilanci e mette al riparo l’attività, preziosa, della Canottieri Timavo, fucina di grandi atleti. Nell’ultima riunione si è altresì concordato di «monitorare lo stato della tesoreria con aggiornamenti periodici da parte del nominando tesoriere (in sostituzione della persona venuta a mancare, ndr)». Bisognerà inoltre andare alla «revisione del bilancio preventivo dell’esercizio 2019, ipotizzando risparmi di costi». Il consiglio direttivo, domenica, proporrà di «annullare l’assemblea ordinaria del 20 gennaio», cioè quella in cui si è votato il bilancio. Infine un membro del direttivo ha chiesto di inviare il verbale delle ultime riunioni, straordinaria e ordinaria, via mail ai soci, ma alla luce di «problemi di internet» i relativi verbali verranno esposti in bacheca. —
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