Ticket non pagati, l’ira dell’Assoconsumatori

Previti: «Deve essere l’Ass a dimostrare che un cittadino non ha pagato il ticket e non affidare l’onere all’utente». Attacco ai sindaci: «Sono rimasti tutti zitti»
Di Francesco Fain
Cittadini in fila presso gli sportelli di un ospedale per il pagamento del ticket. Salta l'esenzione dei ticket per le prestazioni di diagnostica strumentale e di altre prestazioni specialistiche in favore dei disoccupati e dei familiari a carico. Lo prevede il ddl lavoro, all'esame del Senato. ANSA/ALESSANDRO DI MEO
Cittadini in fila presso gli sportelli di un ospedale per il pagamento del ticket. Salta l'esenzione dei ticket per le prestazioni di diagnostica strumentale e di altre prestazioni specialistiche in favore dei disoccupati e dei familiari a carico. Lo prevede il ddl lavoro, all'esame del Senato. ANSA/ALESSANDRO DI MEO

«Ti dicono che non hai pagato il ticket e devi essere tu a dimostrare che, invece, l’hai fatto e che loro hanno commesso un errore. Non dovrebbe essere così. L’onere della dimostrazione del mancato pagamento deve ricadere sull’Ass e non sul cittadino. È ora di finirla con questo andazzo».

Ugo Previti, rappresentante dell’associazione dei consumatori, torna a tuonare sulla contestata azione di recupero-crediti avviata dall’Ass isontina. E lo fa sulla scorta delle continue segnalazioni (via web ma anche attraverso lettere al giornale) di cittadini-utenti che devono sperare di aver conservato le ricevute dell’avvenuto pagamento di prestazioni ottenute dieci anni prima. «Non ce l’ho con l’Ass isontina che deve farlo perché, altrimenti, la Corte dei conti potrebbe chiedere chiarimenti ed individuare un danno erariale. Semmai, me la prendo con i sindaci: avevo chiesto ai 25 Comuni dell’Isontino di far approvare ai rispettivi consigli una mozione in cui si chiedeva allo Stato (e a cascata all’Azienda sanitaria) di uniformare le scadenze. Ha risposto soltanto Medea... Torno a ripeterlo: non possono imporre scadenze differenziate - sottolinea Ugo Previti -. Ai fini della dichiarazione dei redditi, bisogna conservare ticket , scontrini, bolli e fatture per cinque anni, dopodiché si possono anche buttare via. L’Azienda sanitaria, invece, chiede il pagamento dei ticket alla scadenza del... decimo anno. Capite che così non si può andare avanti».

Anche Federconsumatori, nei mesi scorsi, si mobilitò. Sperava, anzi confidava in una sospensione immediata dell’azione di recupero-crediti. Ma così non è stato. L’associazione si era chiesta, sin dalla prima ora, se venissero contabilizzati i crediti vantati nei bilanci aziendali pregressi? Se sì come? Quale il possibile danno erariale per gli importi che ora l'Azienda, dopo dieci anni di inerzia, avanza?»

L’Ass isontina, dal canto suo, ha sempre risposto che l’azione di recupero-crediti dei ticket va avanti perché non c’è altra possibilità. Più di qualcuno, in questi mesi, ha chiesto di sospendere l’operazione. «Ma così facendo - sottolineano all’Azienda sanitaria - faremmo un torto a chi, invece, ha pagato regolarmente. Sia chiaro: non stiamo criminalizzando nessuno. I controlli sono molto serrati e andiamo a chiedere il pagamento dei ticket soltanto nei casi di cui siamo certi. Peraltro, anche altre Aziende sanitarie stanno procedendo con il recupero-crediti: è un’impellenza che ci viene richiesta dalla Corte dei conti». Si parla di oltre 23mila lettere in cui si chiede il pagamento di ticket non pagati. Si tratta, nello specifico, di 3mila raccomandate relative a ticket non corrisposti nel 2004 (con ingiunzioni di pagamento ultimative visto che dopo 10 anni scatterebbe la prescrizione) e di 20mila “lettere di cortesia” con le quali altrettanti cittadini vengono invitati a provvedere al più presto al pagamento non avendolo effettuato nel periodo che va dal 2005 ad oggi.

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