“Tiare Shopping”? Villesse ringrazia Ikea

Il sindaco Cabass: «Bel nome, omaggio alla nostra terra». Il presidente della Provincia di Gorizia: «Un gesto di attenzione per il locale»

VILLESSE. Tiare Shopping piace già, quando mancano ancora più di quattro mesi alla sua apertura. Se non altro, almeno, piace nel nome, il nuovo centro commerciale di Villesse realizzato da Inter Ikea Centre Group, che da novembre amplierà enormemente l'offerta del parco dove attualmente sorge già il colosso giallo-blu Ikea. I cui creativi, evidentemente, hanno colto nel segno scegliendo la lingua friulana - Tiare per dire terra, territorio, e dunque tradizione locale – per battezzare il più grande centro commerciale dell'Isontino, destinato a diventare uno dei punti di riferimento nel suo genere in tutta la regione. Perché se il plauso dagli ambienti più strettamente friulani era abbastanza scontato, un commento entusiasta sull'iniziativa arriva anche dal presidente della Provincia di Gorizia Enrico Gherghetta, che è uomo della Sinistra Isonzo. «Mi pare una bellissima idea – dice Gherghetta -. È un segnale importante il fatto che il gruppo abbia scelto per il suo nuovo centro non un nome internazionale e nemmeno un comune nome in italiano, ma piuttosto un nome in friulano, la lingua da valorizzare, quella del territorio. Ecco, mi pare un gesto di attenzione verso il locale e le sue tradizioni». E poco importa se, accanto a Tiare, ci sarà il termine Shopping, che in fondo è entrato da molto tempo e di buon diritto nella lingua comune e persino nelle parlate locali. «Certo - aggiunge Gherghetta, concedendosi una piccola provocazione -, sarebbe stato simpatico aggiungere magari altri nomi, anche in italiano e sloveno. Ma va molto bene anche così».

Del nome, Tiare Shopping, è soddisfatto anche il sindaco di Villesse Lucio Cabass. «Ci fa piacere, è un omaggio alla terra dove sorgerà il centro commerciale – dice -. Qualcuno, magari nella Sinistra Isonzo, potrebbe storgere un po' il naso, ma in fondo non mancheranno le scritte in italiano e inglese. Non è una questione su cui creare problemi: piuttosto ciò che ci interessa, e vigiliamo apposta, è che il centro commerciale porti beneficio per la comunità dal punto di vista occupazionale, e rispetti l'ambiente». Concetti, questi, replicati anche dalla Società Filologica Friulana, per bocca del vicepresidente per il Friuli Orientale Renzo Medeossi: «Il fatto che il friulano venga usato il più possibile, in ogni ambito, non può che farci piacere – dice -, e anzi l'auspicio è che questo segnale venga colto sempre più anche dalle istituzioni, chiamate ad implementare la toponomastica in friulano nei centri urbani e nelle campagne. Allo stesso tempo, però, non neghiamo la preoccupazione per il fatto che i grandi centri commerciali possano danneggiare le realtà economiche locali».

Marco Bisiach

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