Tiare, sequestrati 26 milioni
Sequestro preventivo di beni per un valore complessivo di 26 milioni di euro; dodici indagati; ipotesi di reati per bancarotta fraudolenta, ricorso abusivo al credito e false comunicazioni sociali. Trema il Tiare center di Villesse sotto il colpi portati dalla compagnia della Guardia di finanza di Gorizia su disposizione della Procura della Repubblica di Brescia.
L’indagine prende le mosse dalla protesta delle tante imprese che hanno costruito il centro commerciale di Villesse di proprietà della società Villesse shopping center (gruppo Inter Ikea). Le ditte vantano crediti per una ventina di milioni di euro. Proprio dalla loro manifestazione di protesta attuata nei mesi scorsi a Villesse ha preso le mosse l’indagine della Gdf di Gorizia. La conferma arriva dal comandante della compagnia, colonnello Giuseppe Antonio D’Angelo: «Abbiamo monitorato le proteste delle imprese e ravvisato gli estremi per procedere a determinati accertamenti. L’indagine è appena all’inizio».
Perché indaga la Procura di Brescia?
Perché nel mirino delle indagini ci sono due società immobiliari del Bresciano: Arco e Fogliata. Alle due società gli inquirenti contestano l'omesso versamento all'erario, dell'Iva e delle ritenute Irpef per il triennio 2011/2013, per la somma complessiva di 26 milioni di euro.
Arco e Fogliata sono le immobiliari che hanno materialmente realizzato il Tiare center chiavi in mano per Villesse shopping center. Quest’ultima, ieri interpellata, non ha inteso rilasciare dichiarazioni ufficiali. Il dirigente Mazzucchelli della società che fa capo a Gabriele Fogliata ha spiegato che «la società Fogliata ha incaricato l’avvocato Alessandro Romano (foro di Brescia) di esaminare gli atti del provvedimento nella convinzione di poter chiarire ogni cosa nelle sedi opportune».
Abbiamo interpellato anche Arco immobiliare al numero della sede legale senza ottenere risposta.
Il provvedimento emesso dal gip Tribunale di Brescia, eseguito dai finanzieri di Gorizia, ha consentito di sequestrare conti correnti, titoli, azioni e quote societarie, polizze assicurative, fondi, fabbricati e terreni ed altri beni mobili di proprietà o comunque nella disponibilità dei consiglieri di amministrazione delle due società committenti la realizzazione del parco commerciale, costato circa 100 milioni di euro, grande 90.000 metri quadri, con 4200 posti auto, 150 negozi e decine di migliaia di visitatori ogni mese.
Precisa ancora la guardia di finanza che sono state eseguite quindici perquisizioni nei domicili di amministratori, sindaci e revisori dei conti, nonché nelle sedi legali ed amministrative delle due società bresciane. C’è da ricordare che nei mesi scorsi, nel pieno delle proteste degli imprenditori che sostenevano di non essere stati pagati, l’avvocato Gianluca Battelli per conto di Arco e Fogliata aveva affermato: «Le imprese non sono creditrici né di Arco né di Fogliata: in realtà si tratta di subfornitori e o subappaltatori di imprese terze, a loro volta, subappaltatrici della Fogliata e quindi di Arco. In sostanza ciò che è realmente avvenuto è presto detto: alcune imprese, delle quali Arco e Fogliata si sono avvalse nella costruzione di Tiare shopping, pur essendo state puntualmente pagate per l’attività svolta non hanno a loro volta pagato i subfornitori trattenendo quindi i soldi incassati». La Provincia ha tentato di aprire un tavolo di mediazione con risultati non ancora soddisfacenti per le parti. Ma il tentativo non si è arenato.
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