«Ti sfiguro con l’acido»: il giudice lo allontana dalla ex

Trentaseienne accusato di aver inondato di messaggi la donna per ben sette mesi. Aperto dal pm un fascicolo a carico dell’uomo, autore pure di minacce di morte
Foto BRUNI Trieste 09 02 2011 Volodymyr Babynets,il camionista ucraiono arrestato:GIP Dainotti e avv.Primavera
Foto BRUNI Trieste 09 02 2011 Volodymyr Babynets,il camionista ucraiono arrestato:GIP Dainotti e avv.Primavera

TRIESTE Sette mesi di messaggi continui e intimidatori, anche a sfondo sessuale. Ma la denuncia è scattata quando l’uomo è passato alle minacce vere e proprie: «Ti sfiguro con l’acido».

Aveva paura Lisa, nome di fantasia per non rendere identificabile la vittima, perché da parole del genere si fa presto a passare ai fatti. La cronaca lo dimostra.

L’indagato, che non accettava la fine della relazione con la ex compagna, è un trentaseienne di origini rumene. Il gip Luigi Dainotti, quando ha letto la sfilza di Whatsapp contenuti nel fascicolo di indagine del pubblico ministero Chiara De Grassi, ha disposto nei confronti dello straniero un’ordinanza divieto di avvicinamento alla donna.

Messaggi che rendono bene l’idea su qual era il pericolo in cui versava la vittima.

I due si erano lasciati a gennaio, ma l’uomo non voleva saperne. E così in tutti questi mesi si è messo a molestare la ex con una valanga di messaggi: «Ti ammazzo». «Ti faccio finire su una sedia a rotelle». «Ti sfiguro con l’acido». «Ti farò subire uno stupro di gruppo».

Ma il trentaseienne non usava soltanto il proprio smartphone per intimidire l’ex convivente. Lo scorso maggio si è anche presentato ubriaco sul posto di lavoro della donna. Lei, impietrita, non sapeva come reagire.

Anche la sorella ha confermato il clima di tensione e paura che aveva completamente avvolto la vita della ragazza, ormai terrorizzata.

Le minacce e le molestie contenute in quella raffica di messaggi, scrive il gip nella sua ordinanza, «hanno determinato nella parte offesa un grave stato di paura permanente, oltre ad averla costretta a cambiare le proprie abitudini di vita». Vale a dire non uscire di sera o recarsi nei luoghi frequentati abitualmente.

L’arco temporale è prolungato: da gennaio a luglio. Un incubo, per la vittima, durato dunque sette mesi. Il comportamento del rumeno, secondo l’impianto accusatorio formulato dal pm, si configura pienamente nel reato di stalking.

L’indagato, peraltro, è ritenuto incapace di frenare i propri impulsi aggressivi.

È stato proprio il pm a chiedere la misura cautelare del divieto di avvicinamento nei confronti dell’uomo: d’ora in avanti il trentaseienne dovrà tenersi alla larga dall’ex convivente. Non potrà neppure comunicare con la donna, in nessun modo.

Una eventuale violazione di queste disposizioni contenute nell’ordinanza cautelare potrebbe comportare, per l’indagato, gli arresti domiciliari o il carcere. —


 

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