Thomas Holt, l’uomo che dette il suo nome... al palazzo vicino
TRIESTE La chiamano “ex Holt”, la struttura dell’ex riformatorio, ma è un equivoco storico: le officine, poi demolite, erano lì accanto. Nel linguaggio sarebbe una metonimia: un termine che ha con un’altra parola “una relazione di vicinanza, attuando una sorta di trasferimento di significato”. Ma chi era Thomas Holt, un uomo capace di... condizionare persino l’edificio vicino al suo?
Uscite di scena le truppe napoleoniche, nel 1813, l’irripetibile mosaico di talenti e di provenienze che rende unica Trieste vive una delle sue tante pagine di svolta. Via i francesi, arrivano i sudditi di Sua Maestà. Nel melting pot matura, cresce e si consolida la componente britannica e con lei la Chiesa anglicana. Migranti ricchi. Una comunità folta e influente; la Corona presidia i mari e i commerci, è una superpotenza. L’Impero (il loro) e l’Emporio (il nostro). È in un contesto del genere che, più tardi, verso la fine del secolo, la storia di Thomas Holt inizia a incrociarsi con queste latitudini.
Holt , nato nel 1816, si stabilisce qui nel 1840. Arriva da Manchester, in missione per un’azienda che commercializza macchinari; poi decide di mettersi in proprio. Un imprenditore e un investitore, diremmo oggi: dà il via a una grande officina, prima in via della Madonnina, uno dei rivoli di Largo Barriera, e poi a Chiadino. Sulle cartine l’indirizzo è via della Ferriera, oggi via Gambini: lì, accanto a dove nascerà il riformatorio. Inventa – o comunque fa brevettare – una speciale caldaia, il generatore Holt, che promette, e mantiene, l’opportunità di un importante risparmio di combustibile. Se ne serviranno navi e locomotive. Si sposa, resta vedovo, si sposa di nuovo con una giovane americana. Si afferma, cambia residenze, adotta tre nipoti (uno aprirà anche una fabbrica di birra a Senosecchia, oggi nel Carso sloveno, e sarà il curatore della cappella di via San Michele).
Thomas Holt muore nel 1891, l’anno in cui nascono Gramsci, il gioco del basket e il proiettore cinematografico di Thomas Alva Edison. Sulla sua lapide, in Inghilterra, c’è scritto: ingegnere, Trieste, Manchester. In quest’ordine. Trieste viene prima.
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