Tetto stranieri a scuola Firme all’opposizione

La raccolta di firme a sostegno di una diversa politica scolastica a Monfalcone è in dirittura d’arrivo. In settimana le 850 sottoscrizioni cartacee raccolte nel giro di circa un mese saranno consegnate ai consiglieri comunali di opposizione (Suzana Kulier di Alternativa per Monfalcone esclusa) perché poi le portino all’attenzione dell’amministrazione comunale e proseguano un dibattito che in città ha infiammato un’estate già torrida dal punto di vista climatico. È quanto hanno annunciato i promotori dell’iniziativa, l’ex assessore all’Istruzione Francesco Martinelli e l’ex assessore dem alla Cultura Stefano Piredda, sottolineando come le sottoscrizioni cartacee siano tutte di monfalconesi. Come sono di residenti in città almeno altre 350 firme alla petizione lanciata on line e che in totale ha raccolto 22 mila adesioni sulla piattaforma change. org.
«Un risultato di cui il sindaco Cisint può ringraziare solo se stessa», dice Piredda, ricostruendo le tappe di una vicenda, quella del tetto del 45% posto alla presenza di stranieri nelle scuole dell’infanzia e dei bambini rimasti esclusi dalle materne cittadine, che il centrosinistra in blocco ritiene nata male e proseguita peggio. «L’approccio amministrativo al tema è stato quanto meno caotico», attacca Piredda, tornando a parlare di «scarsa chiarezza, soprattutto per quel che riguarda i numeri conclusivi dei bambini che non hanno fatto il loro ingresso nella scuola dell’infanzia» e sollecitando quindi l’Ufficio scolastico provinciale e quello regionale a fornire i dati.
«Rimanere esclusi dalla materna vuol dire rimanere esclusi dal primo luogo in cui si impara l’italiano, se ce n’è l’esigenza – aggiunge Martinelli –, con il rischio di rinviare questo momento alle primarie, con difficoltà ben maggiori». Quello che la petizione e i promotori dell’iniziativa chiedono è quindi che ci si muova già ora in vista dell’anno scolastico 2019-2020. «Anche perché i nati nel 2016 residenti in città sono 254, contro i 284 del 2015, e nel 2017 sono 259, in questo caso per poco più della metà stranieri, e il trend non sembra destinato a cambiare – ricorda Martinelli –. Se gli spazi a disposizione non aumenteranno, a febbraio, all’atto delle iscrizioni, ci si ritroverà nella stessa situazione di quest’anno. Vanno trovati questi spazi e attivato un numero adeguato di ore di mediazione linguistica». E se si deve dialogare con i Comuni vicini «lo si faccia, ma non ad agosto, a ridosso dell’inizio dell’anno scolastico», chiosa Piredda. —
Riproduzione riservata © Il Piccolo