Testamento biologico, arriva il primo sì

La terza commissione consiliare ha approvato la legge bipartisan che istituisce il registro delle “dichiarazioni anticipate”
Una manifestazione pro-testamento biologico davanti alla Quiete durante il ricovero di Eluana Englaro
Una manifestazione pro-testamento biologico davanti alla Quiete durante il ricovero di Eluana Englaro

Primo passo verso il testamento biologico in Friuli Venezia Giulia. La terza commissione del Consiglio, presieduta da Franco Rotelli (Pd, ha approvato una legge bipartisan che istituisce il “Dat”, il registro regionale delle dichiarazioni anticipate di trattamento sanitario. La norma, proposta da Stefano Pustetto di Sel anche in seguito a una petizione dell’associazione “Per Eluana”, ha ricevuto il voto favorevole di Pd, M5S e Autonomia responsabile. Astenuto l’ex Udc Giovanni Barillari del Misto; unico contrario Bruno Marini di Forza Italia, nonostante il provvedimento sia stato sostenuto anche dai colleghi di partito Rodolfo Ziberna e Roberto Novelli. Tra i firmatari del testo in casa centrodestra, pure Alessandro Colautti di Ncd. Nel centrosinistra, oltre a Pd e Sel, anche i Cittadini.

Il testo, che ora è pronto per il via libera definitivo dell’aula, contiene una sostanziale modifica rispetto all’impianto originario: grazie a una serie di emendamenti di Valter Santarossa (Ar), insieme al Dat sarà consentito rendere esplicita la propria volontà anche in merito alla donazione di organi e tessuti. Ma cosa cambia adesso? Le Dichiarazioni anticipate di trattamento sanitario al momento erano possibili in 34 Comuni del Fvg, tra cui Trieste, Udine e Pordenone; con questa legge, invece, il cittadino potrà rivolgersi direttamente in azienda sanitaria e consegnare un documento, con firma autenticata, che contiene le disposizioni. L’azienda inserisce il tutto in un data-base regionale e nella tessera sanitaria. In questo modo la volontà della persona, che può naturalmente essere modificata in qualsiasi momento, è chiara e accessibile dai medici in caso di malattie o lesioni ritenute “permanenti o irreversibili” secondo i protocolli scientifici riconosciuti a livello internazionale.

Proprio grazie alla norma del Fvg, altre Regioni si starebbero muovendo con l’obiettivo di farsi avanti in sede parlamentare per sollecitare una legge nazionale sul tema. Un nodo, questo, ancora da sciogliere e che potrebbe mettere a rischio l’applicabilità del provvedimento regionale, come ha fatto notare con insistenza Barillari. «Non solo – ha spiegato – ma non si sa nemmeno quali sono i limiti entro cui il personale sanitario deve dare corso alle indicazioni dei cittadini. Su questi temi non si possono creare equivoci». Pustetto ha ribattuto che sì, «in mancanza di una legge nazionale il medico potrebbe rifiutarsi. Però – ha puntualizzato – è anche vero che, come aveva fatto Englaro, ora i famigliari possono domandare al Tribunale il rispetto di quanto lasciato scritto». Una questione si cui ha fatto leva pure Marini, protagonista in Commissione di vari tentativi di ostruzionismo. «È in discussione una questione che il legislatore nazionale non ottempera ancora – ha evidenziato – così facendo state anticipando una competenza statale».

Bocciata, inoltre, la proposta del forzista di audire medici, avvocati e rappresentanti religiosi. «Non stiamo trattando l’eutanasia visto che non entriamo nel merito di ciò che c’è da garantire dal punto di vista medico nelle cure essenziali da praticare ai pazienti – ha messo le mani avanti Silvana Cremaschi (Pd) – ma di un atto di civiltà. Qui si dà la possibilità alle persone di esternare le proprie volontà nel momento in cui potrebbero non essere più in grado di esprimersi. Ciò rispetto a quegli interventi che richiederebbero un trattamento informato. Ad esempio – ha aggiunto – davanti a manovre invasive, si consente ai malati terminali non più coscienti di decidere di autodeterminarsi». Pieno appoggio del M5S, che ha sottoscritto il testo: «Anche se la competenza è statale – ha rilevato Andrea Ussai – ci sembra importante che una persona possa manifestare la propria volontà. Con il dibattito in Commissione la norma è migliorata, visto che prevede le indicazioni sulla donazione degli organi».

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