«Tessere benzina, 124mila euro finiti nelle tasche dell’impiegata»

Gli ammanchi sui soldi incassati sono emersi dai controlli interni della Camera di commercio: Cristina Derossi nel mirino della Corte dei conti, anche la Procura ha aperto un fascicolo
La sede della Camera di commercio di Trieste in piazza della Borsa
La sede della Camera di commercio di Trieste in piazza della Borsa

La cifra sparita non è di poco conto. Si tratta di oltre 124mila euro - relativi alle tessere regionali dei carburanti agevolati - passati in un paio d’anni dalla cassa dell’ex azienda della Camera di commercio “Trieste benzina agevolata” alla borsetta di un’impiegata contabile. Si chiama Cristina Derossi, 49 anni. Ha lavorato all’ente camerale come contabile. È stata citata dall’ex procuratore della Corte dei conti Maurizio Zappatori. L’atto di citazione, che equivale a un’informazione di garanzia, le è stato notificato nei giorni scorsi. Accusa: danno erariale.

Tutto è nato da una serie di controlli interni alla Camera di commercio riguardanti il pagamento delle tessere di benzina da parte degli utenti. Nel corso delle verifiche, che si sono riferite al 2012 e al 2013, come si legge in una nota dello stesso ente è stata riscontrata «la mancata contabilizzazione di alcuni incassi a danno del bilancio della ex azienda incaricata degli adempimenti previsti dalle convenzioni regionali per la gestione dei carburanti a prezzo ridotto». In sostanza erano state rilevate «evidenti difformità tra i dati che riportavano gli incassi dell’Azienda per emissione vendita delle tessere regionali». La denuncia della Camera di commercio porta la data dello scorso 6 maggio.

Dagli accertamenti interni era emerso che su oltre 100mila euro di incassi per l’emissione delle tessere risultava versata meno della metà della cifra. L’anno successivo erano state emesse tessere con incassi per 110mila euro, ma ne risultavano versati appena 38mila. Appunto un’incongruenza - o meglio un buco - di oltre 120mila euro.

«Quei soldi sono stati rubati da qualcuno. Non ne so nulla»: con parole come queste si è difesa Cristina Derossi, che in una lunga e articolata memoria ha spiegato di avere regolarmente compilato dei prospetti riepilogativi, anche se differenti da quelli dei report originali.

Ma è stato accertato che i prospetti li aveva scritti da sola. L’impiegata contabile ha tentato una difficile spiegazione affermando che gli incassi le pervenivano giornalmente nelle apposite buste predisposte dagli addetti allo sportello indicando che i plichi erano accompagnati d un documento di distinta d’incasso. Ma le giustificazioni non sono state rienute sufficienti. La donna ha infatti, secondo l’accusa, ammesso di non aver usato le distinte degli incassi provenienti dal sistema informatico al momento dei versamenti in tesoreria, ma di essersi attenuta ai dati che lei stessa aveva elaborato. Come dire che avrebbe a riportato numeri e importi in libertà. Si tratta - secondo l’atto di citazione della procura contabile - di un comportamento «anomalo e irresponsabile». Nel corso dell’indagine è emerso anche che i revisori e il direttore dell’azienda speciale “Trieste benzina agevolata” «erano stati tratti in inganno dai documenti esibiti dall’impiegata addetta al servizio».

Su questa vicenda anche la Procura della Repubblica ha aperto un fascicolo.

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