Tesoretto da 40 milioni ma per gli investimenti la giunta punta sul debito

A sorpresa il bilancio si scopre più ricco. Previsto comunque un ricorso a mutui. Pronti 2,6 miliardi per sanità e welfare. Taglio mirato da 8-10 milioni all’Irap

Manovra in Fvg, la giunta “secreta” tutte le cifre ma bonus bebè e tagli Irap ci saranno

TRIESTE Sarà una legge di stabilità più ricca della precedente. Il bilancio della Regione cresce di 170 milioni rispetto ai 4,2 miliardi dell’anno scorso, ma le regole della finanza pubblica sono sempre più stringenti e la giunta Fedriga ha al momento soltanto un tesoretto da circa 40 milioni per connotare la propria azione amministrativa.

Risorse che la responsabile del Bilancio, Barbara Zilli, ha ricavato su indicazione del governatore, che ha chiesto ai propri assessori un taglio del 10% delle rispettive dotazioni, in parte per riqualificare la spesa delle direzioni e in parte per costruire un accantonamento che sarà delineato attraverso una serie di emendamenti che disegneranno la parte più politica della finanziaria. Ma i soldi non sono considerati sufficienti e, mentre si aspetta che da Roma arrivino segnali sulla trattativa con il ministero dell’Economia, la Regione sceglierà con ogni probabilità il ricorso all’indebitamento per finanziare una serie di investimenti in sanità, lavori pubblici e attività produttive, forte di una riduzione consolidata del debito e delle buone valutazioni delle agenzie di rating.

Tra nuove entrate e tagli alle spese, Zilli è riuscita intanto a ricavare un centinaio di milioni, ma più di metà andrà a rimpolpare una spesa sanitaria che diversi esponenti della maggioranza definiscono «fuori controllo», visti i continui aumenti dovuti ai costi di farmaci, terapie e nuove prestazioni. Il resto è appunto quel risparmio, inferiore rispetto alle attese del presidente, ma capace comunque di dare gambe a qualche misura manifesto. Già si parla di un taglio all’Irap di 8-10 milioni, da finalizzare solo ai nuovi insediamenti produttivi e alle attività economiche in aree svantaggiate. Le bocche restano ad ogni modo cucite: «Aspettiamo il consolidamento degli accordi con Roma: di certo non c’è ancora nulla e non si parla di numeri», commenta un esponente leghista dopo l’ennesima riunione avuta ieri dopo la seduta del Consiglio.

Qualcosa in più si saprà oggi, dopo la riunione con cui il Cal esprimerà il parere sulla legge di stabilità e dopo la convocazione pomeridiana della giunta. Ma le prime cifre, pur provvisorie, cominciano a girare e raccontano di una manovra da 4,37 miliardi, di cui 2,65 destinati a sanità e welfare. Autonomie locali e Sicurezza riceveranno 542 milioni. E ancora: 356 alle Infrastrutture, 252 alla Funzione pubblica, 120 alle Finanze, 110 alle Attività produttive, 105 a Lavoro e formazione, 79 all’Ambiente, 51 a Cultura e sport, 50 all’Agricoltura e 22 alla Protezione civile.

L’assessore Pierpaolo Roberti rivendica intanto che «nel prossimo triennio la Regione investirà sulla sicurezza 19,5 milioni». Si tratta di 6,5 milioni all’anno, contro i 2,5 previsti dal centrosinistra: risorse pensate per «attuare progetti rilevanti, a partire dai capoluoghi, che potranno utilizzare i fondi per iniziative di sicurezza urbana anche tramite istituti di vigilanza privata». Roberti spiega che «vengono riuniti gli interventi regionali di finanziamento al territorio per la sicurezza delle abitazioni e ampliate le possibilità di utilizzo di tali provvedimenti».

Scrive Fedriga su Facebook a riguardo della manovra: «Alcune delle direttrici saranno abbassamento della pressione fiscale per le aree in difficoltà, importanti investimenti sul territorio, precedenza ai residenti nelle misure sociali». Più di qualcosa andrà poi fatto per le zone alluvionate.

La giunta congela nel frattempo le risorse per la Misura di sostegno al reddito, dopo la scadenza del triennio di sperimentazione e in attesa di sapere cosa ne sarà del reddito di cittadinanza. Fondi stanziati ma bloccati fino a data da destinarsi. Critico il Pd, con il segretario regionale Salvatore Spitaleri: «Inutile proclamarsi difensori della famiglia e poi “congelare” 30 milioni per le famiglie in difficoltà. Rifinanziamo la misura e poi, se e quando il reddito di cittadinanza comincerà a essere erogato, si pensi a congelare». —


 

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