Terrore in Questura a Trieste: bandito spara, uccisi due giovani agenti

Un dominicano, fermato per furto assieme al fratello, strappa la pistola ai poliziotti e fa fuoco all'impazzata. Poi il tentativo di fuga: raffica di colpi esplosi in via Tor Bardena. Panico tra i passanti, città nel caos
A destra dall'alto le due vittime: Matteo Demenego e Pierluigi Rotta
A destra dall'alto le due vittime: Matteo Demenego e Pierluigi Rotta

TRIESTE Una sparatoria in Questura. Dentro, nei corridoi. Poi anche all’esterno, in mezzo alla strada, tra la gente. E due giovani poliziotti colpiti a morte.



Il terrore piomba improvvisamente nel centro di Trieste alle 16.55. Pierluigi Rotta, agente scelto di 34 anni, e Matteo Demenego, agente semplice, di 31, sono stati freddati. E con le loro stesse pistole. Con una o forse – addirittura – con entrambe le loro armi di ordinanza.

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Matteo Demenego e Pieluigi Rotta


Quel che è certo è che una pistola è stata sfilata dalla fondina dal bandito, fermato ieri dopo che aveva rubato uno scooter. Si tratta di Alejandro Augusto Stephan Meran, di 29 anni, affetto da disagio psichico, accompagnato in questura dal fratello Carlysle Stephan Meran, di 32, entrambi della Repubblica Dominicana. .

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A destra dall'alto le due vittime: Matteo Demenego e Pierluigi Rotta


Sono stati momenti di panico. Di autentico terrore. Il caraibico ha poi tentato di fuggire, ma è stato colpito all’inguine da un poliziotto. C’è un video che in cui si vede il malvivente, a terra, che grida. Il fratello, intanto, è scappato nei meandri della Questura. Si è rifugiato nei sotterranei. Ma fuori, nel frattempo, nessuno in quel momento sa ancora cosa stia veramente successo. «Aiuto! Aiuto!», urla la gente quando sente gli spari. Colpi che arrivano a ripetizione dall’interno della Questura, e dall’esterno.

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Paura. La gente corre spaventata, si rifugia nei negozi e dietro alle automobili posteggiate. Altri continuano invece a passeggiare tranquillamente senza rendersi conto di niente.

Sono le 17.05 quando gli agenti in borghese e in divisa cominciano a circondare l’edificio intimando ai passanti di andarsene. Hanno le pistole in mano. Sembra la scena di un film.



Un’ora e mezza dopo ecco la conferma che nessuno avrebbe mai voluto avere: gli agenti colpiti non ce l’hanno fatta. Le pallottole hanno raggiunto organi vitali.

Subito dopo arrivano informazioni più precise sulle loro identità: Rotta, originario di Pozzuoli, è figlio di un agente attualmente in pensione. Demenego è di Velletri, vicino a Roma. Erano entrambi in servizio a Trieste.

Le versioni su cosa sia realmente accaduto in quei minuti, in Questura, rimangono poche e contraddittorie fino a tarda sera.

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Stando a quanto si è saputo uno dei due sudamericani ha esploso i colpi dopo che si era fatto accompagnare in bagno. Ma per cercare di capire l’esatta dinamica dei fatti bisogna riavvolgere il nastro fino al momento della cattura di uno dei due stranieri.

A rubare lo scooter, stando sempre agli elementi fin qui emersi, è Alejandro Augusto Stephan Meran, di 29 anni, di nazionalità dominicana, come detto. Subito dopo il colpo si pente e chiama il fratello, Carlysle Stephan Meran, di 32 anni, il quale avverte la Polizia. Sul posto intervengono una volante con due agenti a bordo e un’auto della Squadra mobile. I due fratelli salgono sulla prima vettura. L’altra li segue a distanza, un po’ più indietro a causa del traffico.

Sembra un’operazione di routine, senza particolari difficoltà. I due vengono quindi accompagnati in Questura.



La scena si sposta quindi nei corridoi dell’edificio. Alejandro, affetto da difficoltà psichiche, a un certo punto avrebbe chiesto di andare in bagno. Gli agenti lo accompagnano ma all’improvviso lo straniero aggredisce un poliziotto. Riesce a sfilare la pistola dalla fondina dell’agente che è con lui. E gli spara. Poi spara sul collega. Probabilmente fino a scaricare completamente l’arma. Quindici colpi in tutto. Sarebbe stato lui, dunque, a colpire a morte i giovani agenti. 

«Spari a bruciapelo», dirà comunque la Questura nella ricostruzione. Un’azione fulminea che non ha lasciato ai poliziotti la possibilità di difendersi. A terra restano i due agenti, morti in un corridoio della Questura dove lavoravano. Il fratello Carlysle si nasconde nei sotterranei del palazzo. Alejandro Augusto tenta invece la fuga disperata: esce, ferisce un piantone (a quanto si sa di striscio), e cerca di entrare in un’auto della stessa polizia. Ma fuori ci sono gli agenti della Mobile. Che sparano. Lo feriscono all’inguine e lo immobilizzano.

Sul posto il pm di turno Federica Riolino. Il magistrato avrebbe già interrogato uno dei due caraibici.

Trieste è sconvolta. Il sindaco Roberto Dipiazza, passato nelle vicinanze proprio in quegli istanti, nel corso della serata ha proclamato il lutto cittadino. —




 

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