Territorio Libero riparte dai “fondatori”

Ritorno alle origini. Territorio Libero rinuncia alle elezioni amministrative (e quindi alle annunciate primarie indipendentiste) e ricomincia da capo. Il movimento indipendentista di via Roma, dopo l’addio del presidente Vito Potenza (che ha messo in piedi una lista elettorale col suo nome), riparte con un nuovo direttivo. L’assemblea del movimento Territorio Libero, che si è tenuta a fine gennaio, ha confermato il direttivo (Andrej Rupel, Stefano Fierro, Giorgio Vrtlar, Adriano Ciacchi) e lo ha integrato con due nuovi membri: Alessandro Gombac e Stefano Ferluga. Si tratta di due dei sei soci fondatori (e successivamente presidenti) del Movimento Trieste Libera e ora direttore e presidente di Triest Ngo, l’associazione non governativa che sta portando avanti la causa internazionale del Territorio libero di Trieste presso l’Onu. «Il movimento Territorio Libero, pur condividendo il valore del principio elettivo, non si presenterà alle elezioni amministrative nei Comuni di Trieste e Muggia del 12 giugno di quest’anno. Viene meno, perciò, la scelta di un candidato, prospettata a suo tempo tramite consultazioni “primarie”» spiega in una nota il presidente riconfermato Andrej Rupel. Le primarie avrebbe dovuto tenersi un mese fa per decidere il candidato della lista “Liberazione Triestina” che quindi non finirà nell’urna ma resterà dentro un cassetto. Territorio Libero esclude, per ora, anche l’appoggio esterno a qualche lista elettorale indipendentista. Tre, finora, sono quelle che in qualche modo fanno riferimento al Tlt: il Fronte per l’Indipendenza di Giorgio Marchesich, Vito Potenza per il Tle e “Uniti per Trieste” dell’avvocato Nicola Sponza (ex segretario di Territorio Libero e referente di “Liberazione Triestina”). Nel corso dell’assemblea si è anche parlato anche della recente presa di posizione del segretario generale dell’Onu Ban Ki Moon. «Va sottolineato - spiega Gombac in polemica con la lettura del Movimento Trieste Libera - il fatto che la comunicazione tra Ban Ki Moon il consiglio di sicurezza del 23 ottobre 2015 determina anche la validità dell’allegato VI, includente il diritto alla cittadinanza per chi risiede nei comuni fra il Timavo ed il Quieto, come sostenuto da Triest Ngo con una campagna di raccolta firme da più di un anno. In tal senso, nessuna rappresentanza internazionale autoproclamata e nessun governo provvisorio “del Tlt” possono avere alcun riconoscimento internazionale da parte di chicchessia». (fa.do.)
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