«Terrano, sinergia coi produttori sloveni per una nuova Doc»
Vini d'autore, bottiglie prestigiose, viticoltura d'eccellenza. Dicono spesso così citando il settore vitivinicolo triestino, in vetrina con “Mare e Vitovska” oggi e domani al Salone degli incanti (dalle 17 alle 23, www.mareevitovska.eu). E non è poco se Benjamin Zidarich, presidente dell’Associazione viticoltori del Carso che promuove l’evento e uno dei produttori di punta del comparto locale, è stato chiamato dall'Ambasciata italiana di Lubiana, il giorno della Festa della Repubblica, a rappresentare il Bel Paese con una delle sue produzioni più esclusive. «Riconoscimento che testimonia come il nostro lavoro sia riconosciuto a livello internazionale. Le nostre bottiglie le trovi dagli Usa al Giappone al Nord Europa. Vengono premiati i valori del territorio, il vino che rappresenta un'area ben definita, tipico e irripetibile».
“Mare e Vitovska” si tiene per la seconda volta al Salone degli incanti anziché come in passato al Castello di Duino. Perché?
Pura questione di visibilità. Volevamo essere più vicini al cuore del capoluogo, che offre anche al turista un ulteriore motivo per apprezzare Trieste e la sua cultura.
Sono ormai definitivi il vostro distacco dalla Doc Collio/Carso e la fondazione della nuova associazione. Cos'è successo?
Nulla di traumatico o conflittuale. Semplicemente i vini triestini e del Carso rappresentano una nicchia assolutamente particolare che non andava confusa con altre produzioni. Ci siamo ripresi la nostra diversità, ecco tutto. Fare vino da noi vuol dire situarsi lontano dalle grandi realtà industriali delle regioni contigue. Siamo produttori di nicchia, con bottiglie particolari e uniche, radicati con inevitabile trasporto a una terra difficile ma prodiga di suggestioni che cerchiamo di catturare e imbottigliare.
Se il divorzio con il Collio è cosa fatta, pare invece che il dialogo con le cantine della Slovenia non conosca incrinature.
Il Carso è uno, una questione geografica ineludibile. Condividiamo con i produttori sloveni alcuni vitigni, assieme a loro possiamo impattare in modo più concreto sui mercati internazionali dove i numeri sono ovviamente necessari. Al di là delle rispettive filosofie produttive, stiamo lavorando assieme per concretizzare una nuova Doc per il Terrano a cavallo del confine. Gli iter tecnici e produttivi per la definizione del documento sono a buon punto.
Strategie comuni e realizzazione di disciplinari a tutela delle produzioni: che ne è del protocollo d'intesa siglato da Governo e Regioni con voi per la tutela del Prosecco?
Finora s'è visto poco. In cambio dell'indicazione geografica “Prosecco” a tutela delle produzioni venete e friulane, chiedevamo un nuovo progetto per il rilancio dell'agricoltura triestina, il rilancio della viticoltura sui terrazzamenti del costone carsico da Contovello a Aurisina, sostegno per le infrastrutture, i piani di gestione per le zone tutelate da “Natura 2000”, meno vincoli e condizioni semplificate e chiare per poter impiantare nuove viti sul Carso. Oggi in provincia ci sono circa 500 ettari impostati a vite rispetto ai duemila dei primi anni ’60. Salvo alcuni contributi per la ristrutturazione di una vecchia strada interpoderale per raggiungere alcuni vecchi pastini sotto Prosecco, non abbiamo visto ancora nulla.
C'è stata la vetrina nella Barcolana per i produttori di Prosecco...
Che non ci riguarda per niente: negli stand erano presenti le forti realtà produttive industriali forestiere. Noi siamo viticoltori artigianali: poche bottiglie ma qualità alta. Oltre ai nomi affermati – i Kante, Skerk, Vodopivec – stanno crescendo altri giovani viticoltori di spessore: Matej Skerlj, Gabriel Cernigoj, Andrej Bole, Andrej Skerlj, che lavorano sui vitigni autoctoni, Terrani, Malvasie, Vitovske e Glere.
Ma il Prosecco lo produrrete o no?
Ci venga concesso innanzitutto di avviare nuovi impianti senza doverci scontrare con vincoli e burocrazia. Quanto al Prosecco, ci sono già produttori che imbottigliano il “Prosekar” locale. Al riguardo c'è il marchio brevettato dall'Associazione agricoltori/Kmecka Zveza, metodo antico che riporta a uno spumante leggermente abboccato di laboriosa lavorazione che Edi Kante per primo ha fatto rinascere e che si distacca dal classico Prosecco di produzione industriale e forestiera.
La Regione ha promesso di aiutarvi per la semplificazione dei vincoli e per la concretizzazione del Masterplan di rilancio per il vostro comparto. Novità?
Attendiamo gli sviluppi e confidiamo che l'ente voglia una volta per tutte mantenere la parola data. Ci aspettiamo dei fatti concreti. Ovvero di poterci espandere e poter avviare delle nuove vigne senza dover fare i conti con limiti e disposizioni che limitano pesantemente.
Maurizio Lozei
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