Termosifoni, proroga sino al 30 giugno

Il termine per la cosiddetta "contabilizzazione del calore" (scadeva il 31 dicembre) slitta al 30 giugno. Scongiurate multe sino a 2.500 euro
Un tecnico controlla l'impianto di riscaldamento
Un tecnico controlla l'impianto di riscaldamento

GORIZIA. Scongiurate sanzioni fino a 2.500 euro per appartamento. È un sospiro di sollievo formato "maxi" quello che possono tirare i proprietari di oltre 500 condomini disseminati dalle nostre parti. Il Consiglio dei ministri ha disposto, infatti, il rinvio al 30 giugno 2017 del termine (sino a ieri fissato al 31 dicembre 2016) entro il quale negli immobili occorre installare i famigerati "sistemi di termoregolazione e contabilizzazione del calore", previa verifica che tale installazione determini efficienza di costi e risparmio energetico. A comunicarlo Carlo del Torre, presidente provinciale di Confedilizia. Il quale non ha mai nascosto le tante «peripezie» cui sono stati sottoposti i proprietari. È cambiata la contabilizzazione del calore su tutti i
termosifoni di palazzoni, condominii in multiproprietà e uffici dove si è dovuto procedere con l'onerosa installazione di speciali contatori per individuare l'effettivo consumo di ciascuna unità immobiliare. Ma il percorso non è stato lineare. Ci sono stati incidenti di percorso e alcuni proprietari immobiliari di Gorizia hanno dovuto ricorrere a prestiti per assecondare una normativa dai nobili intenti: imprimere uno stop agli sprechi nei condomini con riscaldamento centralizzato. Proroga "provvidenziale" «Il prolungamento dei termini - commenta del Torre - è, a dir poco, provvidenziale: in questo modo si evitano sanzioni per i proprietari anche quelli che, pur volendo adempiere alle normative di legge, non erano nelle condizioni di farlo in quanto da mesi non si reperivano più sul mercato i contabilizzatori. La richiesta ha superato di gran lunga l'offerta, la produzione. Questo risultato è stato raggiunto grazie all'incessante lavoro della sede centrale della Confedilizia». Infatti, pochi giorni fa, l'associazione - reiterando un'azione svolta nei confronti del precedente Governo - aveva scritto al sottosegretario alla Presidenza del consiglio per segnalare che in molti edifici non era stato possibile adempiere a quanto imposto dalla legge a causa del ritardo con cui era stato approvato il decreto che ha modificato le regole applicabili e dell'impossibilità materiale, per le imprese, di soddisfare le innumerevoli richieste. Con il conseguente rischio dell'applicazione di forti sanzioni (da 500 a 2.500 euro per ciascuna unità immobiliare) nei confronti di moltissimi proprietari di casa. «Diamo atto al Governo - dichiara il presidente nazionale di Confedilizia, Giorgio Spaziani Testa - di aver posto rimedio, pur con le difficoltà derivanti dai vincoli europei, ad un problema che aveva creato forte allarme nelle famiglie, come testimoniato dalle continue segnalazioni delle nostre associazioni territoriali impegnate nella quotidiana attività di assistenza ai condominii. I 6 mesi in più a disposizione potranno consentire, ai tanti proprietari e amministratori condominiali in difficoltà per colpe non a loro addebitabili, di attivarsi fin d'ora per svolgere il complesso iter necessario per l'applicazione della normativa». Il microcosmo goriziano È stata e sarà una vera e propria rivoluzione nel mondo dei condomini: facendo i conti della serva sono circa 1.100 gli stabili che saranno coinvolti. «Il numero di 1.100 - aggiunge del Torre (Confedilizia Gorizia) - può essere realistico se si considerano anche i "condomini minimi", ossia quelli di anche due soli condomini in edifici anche bifamiliari ma comunque dotati di impianto centralizzato e che, in teoria, rientrano nell'ambito di applicazione della legge, anche se ben ampie possono essere le possibilità di disapplicazione in quanto gli investimenti possono essere così rilevanti da non rendere conveniente i lavori». Ma quanti sono quelli che non si sono ancora adeguati e che, quindi, aspettavano come una "liberazione" la proroga sino al 30 giugno 2017? «Almeno la metà - taglia corto del Torre -. E il perché è presto detto. I più diligenti si erano mossi già nel 2014. Ma molti hanno atteso di ottenere chiarimenti: volevano capire se potevano essere esclusi da questa impellenza». Ciò ha fatto sì che il tempo passasse e la scadenza originaria del 31 dicembre si avvicinasse a grandi falcate. «In più, c'è stato un ulteriore problema che voglio nuovamente evidenziare: ad un certo punto, la richiesta di questi dispositivi è talmente aumentata che i produttori non sono riusciti a produrne abbastanza». Per l'acquisto dei dispositivi se ne vanno, in media, dai 600 ai mille euro. Il prezzo di un contatore singolo raggiunge, in media, i 65 euro (Iva esclusa), ai quali bisogna aggiungere il costo della testina termostatica che può essere manuale (16 euro, sempre Iva esclusa) o elettronica (da 58 euro a salire).

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