Terminal ro-ro, bocciato il ricorso di Samer
«La confusione concettuale che la ’Samer Shipping’ mostra in tema di concorrenza, rende evidente l’infondatezza del suo ricorso contro la Teseco».
E’ questo il punto nodale dell’Ordinanza con cui il presidente del Tribunale civile Giovanni Sansone ha detto no al ricorso attraverso il quale la “Samer Shipping” intendeva bloccare l’iniziativa della società romana intenzionata a ottenere dall’Autorità portuale la concessione demaniale marittima dell’area antistante i terreni di sua proprietà un tempo occupati dall’ex raffineria Aquila. Lì dovrebbe sorgere per iniziativa della “Teseco” un terminal traghetti che di fatto romperebbe la posizione predominante di cui finora ha usufruito a Trieste la “Samer Shipping”.
«La società che ha presentato il ricorso contro la Teseco - si legge nell’ordinanza del Tribunale civile - mostra una concezione assai singolare della funzione delle norme antitrust che devono regolare la concorrenza, imponendo alle imprese di competere tra loro». Il giudice Giovanni Sansone non usa mezzi termini o frasi sibilline care a tante sentenze. Entra nel merito e dice pane al pane.
«Tra la Samer e la Teseco attualmente non intercorre alcun rapporto di concorrenza dal momento che le due società svolgono attività economiche diverse. La prima opera nel settore marittimo, la seconda in quello delle bonifiche delle aree inquinate. Per questo oggi si può escludere che la Teseco possa esercitare pressioni concorrenziali significative su Samer Shipping e sia in condizioni di influenzarne il comportamento economico».
Ed ancora. «L’eventuale futuro insediamento della Teseco nell’area demaniale marittima della quale ha chiesto all’ Autorità portuale la concessione per lo svolgimento di attività portuali e la connessa possibilità di sfruttamento dell’ampia area retrostante di sua proprietà, non hanno di per sè attitudine ad alterare la concorrenza. Anche a ritenere che in forza di questa situazioni la Teseco venga a disporre in futuro di una infrastruttura portuale essenziale, indispensabile e senza valide alternative per le altre imprese concorrenti, sarà il suo eventuale abuso, a costituire un illecito antitrust».
Per incorrere in questo “abuso” la Teseco dovrebbe rifiutarsi di aprire ai concorrenti il terminal traghetti che si ripromette di realizzare. Oppure dovrebbe apporre ragioni speciose o imporre alle altre imprese condizioni economicamente irragionevoli. Fuori mercato.
Il presidente del Tribunale civile disegna nell’Ordinanza anche un eventuale futuro scenario nel quale il terminal traghetti progettato accanto all’area dell’Aquila, è ormai costruito.
«In una situazione in cui una impresa dispone di questa struttura essenziale e le altre concorrenti richiedano di poterne usufruire dietro pagamento di un adeguato corrispettivo, una Autorità portuale indipendente, interessata ad accrescere la redditività del porto attraverso l’incremento dei traffici ed attenta alle ricadute positive sull’economia del territorio triestino, valuterà come conciliare nel modo migliore gli interessi dell’operatore insediato – Teseco – e di quelli potenziali. come Samer Shipping».
In altri termini un terminal traghetti, non ha un ruolo diverso dalla rete ferroviaria italiana che non è più monopolio delle ex Ferrovie dello stato, ma su cui possono transitare anche convogli privati, come quelli del presidente e della Ferrari Luca di Montezemolo.
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