Terme romane alleate ad Arta e Grado

Le Terme romane guardano in prospettiva, anche sullo sviluppo del wellness e del benessere, da affiancare all’offerta sanitaria per la quale non mancano potenzialità di espansione. Clima all’insegna di nuovi auspici, quello di ieri, nello stabilimento di via Timavo, dov’è stato ufficializzato il passaggio di gestione da Terme Romane Srl a Terme del Friuli Venezia Giulia Srl, aggiudicataria dell’appalto comunale. Sono 9 anni più 9. È stata una consegna delle chiavi simbolica considerato che Terme Fvg ha assunto la conduzione del sito il 24 aprile. In continuità, quindi, senza interruzione del servizio, e con lo stesso personale, riassunto mantenendo invariata la contrattualizzazione. Si tratta di tre dipendenti, 4 fisioterapisti, un operatore termale e una decina tra medici e altri liberi professionisti. Terme Fvg ha alle spalle soci di peso e soprattutto di esperienza. Il Sanatorio triestino detiene la maggioranza del 52%, la Git di Grado il 30%, Grado Riabilita che ha acquistato e riaperto l’Ospizio Marino gradese il 9%, come Nord Care. La nuova società gestisce lo stabilimento di Arta Terme. Costituitasi lo scorso anno, ha infatti assunto la conduzione del sito friulano chiudendo in pareggio il bilancio 2017, a fronte dei primi 8-9 mesi di attività. Il tutto sotto la “regia promozionale” di Promoturismo Fvg.
Elementi non casuali, inseriti in una logica di sistema del circuito termale regionale.
Il sindaco Anna Maria Cisint ieri ha osservato: «Si guarda avanti, anche con investimenti che cercheremo di ottenere dalla Regione. Ci sono aree da utilizzare per il wellness, come per la disabilità. Altro aspetto è il conseguimento dell’accreditamento per fisiokinesiterapia». Parole che hanno trovato la sponda dell’amministratore delegato di Terme Fvg, Salvatore Guarneri: «Lo stabilimento di Monfalcone ha un’impostazione sanitaria, ma auspichiamo che ci potrà essere spazio per il wellness ed il benessere». Ha fatto riferimento ad un «sistema di sviluppo in rete, anche con la Regione, tra i siti di Arta Terme, Grado e Monfalcone, «che dovrà diventare un punto di riferimento».
Un “gioco di squadra” per valorizzare appieno il settore termale «recuperando le fughe», ha aggiunto Cisint quantificandole in 2 milioni di euro, soprattutto verso il Veneto.
Il sindaco è andata al passato. Era il 12 novembre 2016 quando a pochi giorni dall’investitura di sindaco, ha incontrato il vicepresidente di Terme Romane Srl, Davide Zanuttini. «Arrivò con un dossier dicendomi: “Il Comune mi deve 6 milioni di euro per danni”». L’accordo di project financing non aveva funzionato, sotto il peso dei debiti societari e i primi accreditamenti in ritardo. «Non sono mancati gli attriti - ha continuato Cisint -, ma dopo un anno e mezzo di lavoro abbiamo trovato la via d’uscita: il Comune, attraverso gli spazi finanziari concessi dalla Regione, aveva messo mano al portafoglio. Due milioni di euro, ai quali s’erano aggiunti 350 mila euro regionali. L’ente locale è proprietario della struttura e Terme Romane ci ha permesso di istruire il bando di gara per la nuova gestione. Merito e responsabilità per aver garantito la continuità del servizio. È necessario fare sintesi e sistema – ha concluso –. Promoturismo Fvg ha dato una grande spinta promozionale allo stabilmento».
L’ad Guarneri lo ha peraltro sottolineato: «Ripartiamo ereditando una gestione che ha saputo affrontare la difficile fase dell’avvio di attività». Sono risuonati i nomi di Roberto Abram, Gallerano Tentor, il dottor Aniello Langella, ai quali è andato il ringraziamento. «Se siamo riusciti a superare tre anni di difficoltà che hanno minato la base stessa dell’attività – ha argomentato Zanuttini – è grazie ai componenti della società Terme Romane e di tutto il personale dello stabilimento. È stata recuperata una risorsa importante e sono stati mantenuti i posti di lavoro mantenendo una risposta di salute».
Guarneri ha spiegato: «Conoscevamo le difficoltà della società, abbiamo messo insieme i soci che avevano manifestato un certo interesse. Abbiamo portato Arta Terme in pareggio rispetto a perdite sull’ordine del 400 mila euro l’anno. Lo stesso crediamo di poter fare a Monfalcone. È una sfida significativa. Siamo una società forte e gli imprenditori devono farcela da soli».
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