Terme di Villaco sull’orlo del fallimento

TRIESTE Le terme di Warmbad Villach, con le sue piscine, i giochi d’acqua, i servizi di ristoro rappresentano un paradiso di refrigerio e svago per migliaia di turisti, molti anche dall’Italia (il confine di Tarvisio dista da qui solo una quindicina di chilometri). Nonostante il numero crescente di presenze, quel “paradiso” rischia di trasformarsi in un “paradiso perduto”.
La Kärnten Therme Betriebsgesellschaft, società che gestisce l’impianto, è indebitata fino al collo. Per evitarne il fallimento, e quindi la cessazione dell’attività, il Comune di Villach sta correndo ai ripari. Il 29 luglio è convocata una seduta straordinaria del Consiglio comunale, in cui sarà presentato un pacchetto di interventi per il suo salvataggio.
La struttura fu inaugurata il 13 luglio 2012, tre anni fa, dopo il completo rifacimento del precedente e ormai vetusto impianto. L’opera aveva comportato un investimento di 49,3 milioni sostenuto dalla Kärnten Therme GmbH, società composta per il 53,69% dal Comune, per il 34,03% dalla Kärnten Tourismus Holding (società che gestisce le partecipazioni azionarie del Land Carinzia nel settore turistico) e per il 12,28% dalla già citata Kärnten Therme Betriebsgesellschaft, che ha avuto la gestione dell’impianto.
La Therme Betriebsgesellschaft è l’unico socio privato dell’impresa e fa capo a Georg Lukeschitsch e Susanna Mayerhofer, membri di una famiglia che da sette generazioni conduce il vicino Warmbaderhof, hotel a 5 stelle, e altre strutture ricettive annesse. Gente che ha il turismo nel proprio dna e sa dunque come si amministra un’azienda. La loro competenza tuttavia non è bastata a impedire che i conti delle terme si chiudessero in rosso. E ciò nonostante il successo di frequentatori, che nel 2014 sono stati oltre 297mila, 17mila più del previsto, al punto che in alcune giornate, per evitare l’affollamento delle piscine, si era reso necessario chiudere i cancelli di ingresso lasciando che all’esterno si formassero code di utenti in attesa.
Cos’è che non ha funzionato? Nonostante il numero degli ingressi, definito “eccezionale”, la propensione a spendere degli utenti è stata inferiore alle attese. Il “business plan” del progetto di gestione stimava che ogni cliente dell’impianto, oltre al biglietto d’ingresso, spendesse nei servizi interni 3,58 euro. Ma non è andata così.
In tempi di crisi economica, gli ospiti delle terme hanno badato a risparmiare e hanno fatto spese extra mediamente per soli 2,72 euro. A sballare fin dall’inizio i conti della gestione era stata però anche la chiusura per cinque settimane delle terme, nel febbraio 2013, pochi mesi dopo l’inaugurazione, quando si era scoperta una crepa nelle strutture portanti in cemento armato. «Abbiamo avuto un danno di 1,5 milioni – ha dichiarato Susanna Mayerhofer – di cui soltanto 500mila euro ci sono stati risarciti dall’assicurazione. In più il Karawankenhof, l’hotel annesso alle terme, ha subìto perdite per un milione. Non ci si riprende facilmente da una botta di 2 milioni».
Il piano di rilancio studiato dal Comune prevede l’acquisizione della quota del 12,28% ora in mano alla società di gestione (così modo le terme diventerebbero completamente pubbliche); la riduzione del costo dell’affitto alla Therme Betriebsgesellschaft; l’acquisto di tutte le attrezzature per 900mila euro; la riduzione della cauzione chiesta ai gestori. Ovviamente il salvataggio ha un prezzo, che dovrà essere pagato dal Comune, vale a dire dai contribuenti di Villach: 770mila euro all’anno.
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