Terex venduta a Cimolai farà le paratie di Panama

Dalle maxi-gru per il porto di New York e per i principali scali internazionali alle porte stagne delle chiuse per il canale di Panama e alle strutture metalliche che faranno risorgere Ground Zero a New York. Lo stabilimento della statunitense Terex ex Fantuzzi Reggiane ed ex Comedil, chiuso da diversi mesi, passa in mano alla IMC di San Giorgio di Nogaro del gruppo Cimolai e per Monfalcone si riconferma un ruolo di sito industriale metalmeccanico di innovazione a livello internazionale che vede come capofila il colosso Fincantieri. Le trattative di vendita erano in dirittura di arrivo, c’erano vari pretendenti, ma alla fine l’ha spuntata il Gruppo Cimolai, un’azienda tra le più avanzate in Italia e all’estero, specializzata nelle costruzioni metalliche e protagonista delle più famose realizzazioni tra ponti, viadotti, stadi, edifici civili e industriali in tutto il mondo. E sono alcune tra le commesse più ambite ottenute dalla Cimolai, la realizzazione delle paratie del Canale di Panama e la ricostruzione delle strutture di Ground Zero a New York, che vedrà protagonista Monfalcone con il nuovo stabilimento.
Non si conoscono ancora i contorni dell’operazione di vendita, conclusa alla fine della scorsa settimana, ma si parla di un investimento di ben oltre i 10 milioni di euro. Nel progetto di riavvio dell’area che è stata dismessa lo scorso inverno sembra sia prevista occupazione per almeno 100 dipendenti. Ben oltre il numero di quelli che erano rimasti alla Terex, una sessantina, per la gran parte dei quali si è aperta la strada della cassintegrazione o della mobilità incentivata. Per Monfalcone una grande boccata di ossigeno per l’occupazione considerando che i nuovi posti di lavoro genereranno altrettanti (o di più) posti dell’indotto. Un’operazione su cui si è mosso con grande forza anche il Consorzio per lo sviluppo industriale di Monfalcone. Grande la soddisfazione dei sindacati che ieri sono stati informati ufficialmente della vendita dalla Terex e dalla Comedil. «Come abbiamo auspicato - spiega Fabio Baldassi della segreteria Fiom - il sito di Monfalcone rimarrà di vocazione industriale. Speriamo che questa operazione, in questo momento di crisi del nostro territorio possa in qualche modo portare una boccata di ossigeno a livello occupazionale e produttivo».
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