Tentò di corrompere gli agenti dopo aver preso la multa, condannato
Tutta colpa del telefonino. Un camionista rumeno ieri è stato condannato a un anno di carcere per aver tentato di corrompere due agenti della polizia stradale che lo avevano fermato
TRIESTE. Tutta colpa del telefonino. Un camionista rumeno ieri è stato condannato a un anno di carcere per aver tentato di corrompere due agenti della polizia stradale che lo avevano fermato nei pressi della stazione Agip di Duino. Volevano “sanzionarlo” perché guidava con il cellulare appiccicato all’orecchio e teneva con una sola mano il volante del Tir che procedeva lungo lo svincolo autostradale.
«Patente e libretto» aveva intimato la coppia in divisa. Ilic Moldovan aveva ubbidito ed era scesa dalla cabina di guida. Poi nemmeno tanto di soppiatto aveva tolto di tasca una banconota da 50 euro e l’aveva lasciata cadere all’interno dell’auto col lampeggiante blu acceso. Era il 6 maggio del 2010 e ieri il camionista è stato processato in contumacia dal Tribunale presieduto da Filippo Gulotta.
Il capopattuglia ha confermato in aula tutti i dettagli dell’episodio e ha aggiunto che la sanzione per aver guidato il Tir parlando al telefonino, era piuttosto “salata”: 148 euro. Questo spiega il maldestro tentativo del camionista: un obolo per tacitare gli agenti e farli desistere dall’applicare la sanzione pecuniaria. Poi erano arrivate le scuse e le maldestre spiegazioni. «Ci ha detto che gli era stato riferito che in Italia con 50 euro lasciati cadere nelle auto di polizia e carabinieri si evitano le multe. Lo stesso accade con se una banconota viene “dimenticata” come fosse una fetta di salame tra le pagine della patente. Lo abbiamo denunciato per tentata corruzione proprio per provare il contrario».
In aula ieri l’avvocato Eleonora Sponza ha cercato di individuare qualche contraddizione nel racconto dei due agenti per cercare di salvare un cliente che non aveva mai visto e la cui difesa le era stata assegnata d’ufficio un attimo prima. Ilic Moldfovan era assente, probabilmente a bordo del suo Tir. Il tentativo del difensore di trovare un punto aggredibile per ridimensionale la responsabilità dell’imputato, è stato rintuzzato anche perché l’accusa ha potuto esibire la foto della banconota lasciata cadere sul sedile di guida. Non si è comunque potuto sapere se i 50 euro sono stati sequestrati come “corpo del reato” o sono stati restituiti all’autista romeno. Di certo il Tribunale gli ha concesso la condizionale e la non menzione. (c.e.)
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