Tentata effrazione in uno studio legale L’avvocato: «Qui non c’è nulla da rubare»

Paolo Visintin è attivo nella promozione della legalità. Recentemente ha impugnato l’elezione del direttivo del rione Centro
Bonaventura Monfalcone-08.02.2020 Tentativo di effrazione-Studio Paolo Visintin-Monfalcone-foto di Katia Bonaventura
Bonaventura Monfalcone-08.02.2020 Tentativo di effrazione-Studio Paolo Visintin-Monfalcone-foto di Katia Bonaventura



Se si sia trattato di un vandalismo, un tentativo di furto o di un’azione intimidatoria è presto per dirlo. Le indagini dei carabinieri si sono messe in moto ieri mattina con il sopralluogo dei locali e pertanto la serie di verifiche è ancora in corso. L’unico elemento di certezza in quest’anomala vicenda è che la notte a cavallo tra giovedì e venerdì è stato preso di mira lo studio di un avvocato monfalconese, Paolo Visintin.

Ignoti hanno cercato di penetrare nel suo ufficio, al civico 54 di via Sant’Ambrogio: la porta blindata, in particolare all’altezza della serratura superiore (ce ne sono due e questa è la secondaria), risulta danneggiata, presumibilmente con un cacciavite. Ma il malintenzionato non è riuscito a penetrare. Infatti la mattina seguente il legale ha trovato la porta ancora chiusa a chiave. E ha preso consapevolezza del tentativo di scardinare l’ingresso soltanto la sera, quando chiudendo con calma l’ufficio al termine della giornata lavorativa ha compreso che quella sensazione di “stranezza” avvertita ore prima durante l’apertura dipendeva proprio dal fatto che una delle due serrature era stata nottetempo manomessa. Presumibilmente tra le 19.30 di giovedì e le 9 del giorno seguente: lasso in cui l’ufficio è normalmente chiuso.

Visintin rappresenta due sindacati nazionali, si occupa, tra le alte cose, di tutela dei militari (con cause in piedi però in altre regioni) e di sanità, esperto di diritto pubblico. Una settimana fa il suo nome è salito alla ribalta della cronaca cittadina per aver impugnato, con richiesta di sospensiva, la deliberazione che ratificava gli esiti delle consultazioni del rione Centro, avvenute il 21 e 22 dicembre scorsi. È inoltre presidente dell’associazione “Insieme si può”, attiva nel campo della promozione della legalità, in particolare tra i giovani.

Quanto all’edificio, si tratta di un palazzo sulla storica arteria, con sei appartamenti. Si accede all’interno solo dal portone principale, di solito chiuso, percorrendo una rampa di scale si sale all’ufficio. Per sporadica disattenzione l’ingresso che dà sulla via può inavvertitamente restare aperto e chiunque si sia introdotto nel condominio potrebbe aver approfittato della circostanza. Non risulta infatti scasso al portone. E sembra certo non sia sparito alcun oggetto dallo studio, né risultano incursioni nelle vicine abitazioni private. D’altro canto, a parte gli incartamenti legati all’esercizio della professione e un paio di computer, non esistono beni di valore o denaro asportabili dallo studio legale, come confermato dal suo titolare, che divide gli spazi con una socia. Sicché appare improbabile che dei ladri volessero penetrare nelle stanze per compiere una razzia. Oltretutto, come ribadito anche da Visintin, non esistono precedenti di questo tipo in città. Tentativi di effrazione ai danni di sedi legali, almeno negli ultimi anni, non si sono viste a Monfalcone. Visintin, non appena resosi conto dell’accaduto, ha informato i carabinieri e proceduto alla denuncia contro ignoti per danneggiamento. Poiché nessun altro condomino ha riscontrato violazioni, c’è il concreto sospetto si sia trattato di un gesto mirato.

Ma il legale non sta trattando vertenze particolarmente spinose o che potrebbero destare preoccupazioni. Né ha ricevuto messaggi. Palpabile, l’amarezza, nelle sue parole: «Ci sono rimasto molto male – afferma –, non mi aspettavo un’azione del genere. Anche perché qui non c’è nulla da rubare: non tengo contanti, ci sono solo due pc, e i fascicoli professionali. Nient’altro». «Uno studio legale – sottolinea – è la sede della tutela dei diritti del cittadino. Come i grandi giuristi, io sposo totalmente questa visione della professione: un mestiere a difesa, supporto e aiuto delle persone». Per ciò l’accaduto ai suoi occhi non trova spiegazione. Né il legale si sbilancia sul movente. Spetta ai carabinieri, che il legale «ringrazia per l’accurato intervento», svelare il giallo. —



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