Tennis Club Triestino, 120 anni di gesti bianchi
Dalle racchette in legno di fine Ottocento ai ragazzi dei centri estivi di oggi la società di Padriciano festeggia la sua lunga attività, a cavallo di tre secoli

Lasorte Trieste 26/06/15 - Padriciano, Tennis Club Triestino, Intitolazione Campo a Claudio Giorgi
TRIESTE Una storia lunga 120 anni, a cavallo di tre secoli, che parte dalle racchette in legno e dalle tenute da gioco rigorosamente in bianco della fine dell’Ottocento, per arrivare ai Centri estivi di oggi, che contano ben 700 iscritti, ai bambini in festa che vivono quotidianamente l’atmosfera dei campo di Padriciano «perché il tennis è di tutti e deve arrivare a tutti». È tempo di celebrazioni per il Tennis Club Triestino, terzo circolo tennistico in Italia per longevità ed emblema della tradizione sportiva di una città che in tante discipline ha sempre saputo emergere e perpetuarsi.
«Per un club, conquistare un secolo di vita – scriveva 20 anni fa Franco Del Campo nel libro del centenario, intitolato “Cento anni di gesti bianchi a Trieste” – significa aver coltivato in modo assiduo e aver messo a frutto lo sforzo di centinaia di persone che hanno continuato ad avere una dedizione e una passione comune per il nostro Tennis Club Triestino». Una frase che rimane attuale nell’anniversario del 2018, perché dedizione e passione non sono cambiati, anzi. Si sono evoluti.
«La sfida del 2018 – spiega Luca Ricatti, direttore sportivo del Tct – è quella di riuscire a convertire il club, un tempo luogo considerato elitario, in un posto aperto a tutti, soprattutto ai ragazzi. Non a caso – aggiunge – da tempo abbiamo abolito la “buona entrata”, cioè quella sorta di tassa che bisognava pagare per diventare soci. Oggi i nostri 11 campi di Padriciano, 8 dei quali sono coperti per garantire l’attività anche nei mesi invernali, sono a disposizione di tutti quelli che vogliono avvicinarsi a questa splendida disciplina».
Un accenno alle tappe fondamentali. Nel 1898, la fondazione del club col nome di Lawn Tennis Club Triestino (LTCT), sui campi di via Murat. Tre anni dopo il primo torneo internazionale, che mette in palio il titolo, ambito, di “Campione di Trieste”. Nel 1920, dopo la guerra, inizia l’età dell’oro. I giovani tennisti locali cominciano a farsi conoscere in Italia e si avvicinano ai vertici del tennis nazionale. In una decina d’anni, il LTCT estende la sua presenza in varie parti di Trieste: 6 campi nella nuova prestigiosa sede al Ferdinandeo, una delle più belle d’Italia, 4 in via Guido Reni e, per un breve periodo, 2 campi al cavalcavia di Barcola. Nel 1922 i primi campioni: quattro triestini arrivano alla prima categoria nazionale: Alessandro Truden, Oscar Ebner de Ebenthal senior, Bice Pessi e Maria Hunter. Nel 1939 Ucci Manzutto vince a Roma gli assoluti; Oscar Ebner de Ebenthal senior, in coppia con Aldo Bonacossa, vince il doppio ai campionati seniores a Milano. Gli anni dal 1945 al 1965, mentre la denominazione diventa quella attuale, segnano un appannamento. Nel 1964 Oscar de Ebner junior diventa campione italiano ed europeo dei veterani. Nel 1968 lo sfratto dal terreno di via Guido Reni, di proprietà della Fiat, diviene esecutivo. Tra il 1968 ed il 1973 i soci del Tct acquistano ed edificano la nuova sede di Padriciano, inaugurando sei campi tra cui il primo in Italia in muratura. Nel 1973 arriva la Stella d’oro al merito sportivo. Nel 1981, dopo il terzo posto assoluto del 1980, la formazione del Tct conquista lo scudetto italiano. Capitanati dal maestro Alessandro Boccabianca, l’americano Dale Ogden, Flavio Mazzocchi, il friulano Marco Armellini e Paolo Bertolucci portano il titolo italiano a squadre assoluto a Trieste.
E si arriva alla storia recente. Nel 2014 il Tct riprende il primato regionale nei campionati a squadre: la formazione maschile dei tecnici Davide Cannone e Piero Rizzotti e dei talenti del vivaio Matteo Zorzin e Gianluca Grison, coadiuvati dai professionisti Alessio Di Mauro e Andrej Martin, conquista la promozione in serie A2, mentre la rappresentativa femminile delle allieve Anna Pampanin, Petra Corbo e Marianna Petrei, forte del titolo regionale, si guadagna l’accesso alla serie B. Nel 2015 la rappresentativa maschile riconquista la Serie A1: Gianluca Grison, Luca Di Lenarda, Matteo Zorzin, Davide Cannone, Andrej Martin, Alessio Di Mauri e Steven Diez Moige riportano, dopo trent’anni, il Tct nella massima serie del tennis italiano.
«Oggi siamo una realtà sociale – sottolinea Carla Farina, tesoriere del Tct – perché al di là del fatto sportivo e della scuola tennis per i ragazzi, fatturiamo 800 mila euro all’anno e una quindicina di famiglie vivono grazie al club, perché abbiamo istruttori, educatori, manutentori, la segreteria». Centovent’anni di storia racchiudono anche episodi che ai soci più vecchi piace citare nelle serate al club. «Erano gli anni ’80 – racconta Bruno Rossi, che vanta mezzo secolo di iscrizione – avevamo una squadra fortissima e fummo sul punto di ingaggiare Vitas Gerulaitis, campione di valore mondiale. All’ultimo rifiutò – spiega – e non ci fu mai dato di sapere perché».
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Il Piccolo
Leggi anche
Video