Tenevano in casa a Monfalcone 15 cani: proprietari sanzionati dalla Forestale

MONFALCONE. Le condizioni di quegli animali di media e piccola taglia non erano proprio delle migliori. Non era garantito un ricovero idoneo, cibo e acqua non erano adeguati alle specifiche necessità, l’ambiente nel quale erano mantenuti lasciava a desiderare quanto a igiene e pulizia, come non erano assicurate le cure e gli accorgimenti in termini di prevenzione rispetto alla salute. Erano privati anche dell’esercizio fisico funzionale alle esigenze della loro specie. Insomma, la custodia non era in linea con il benessere etologico richiesto. Il tutto, senza la prevista registrazione alla Banca dati regionale.
È sostanzialmente quanto hanno rilevato gli agenti della Forestale di Monfalcone, con il supporto dei colleghi di Cervignano nel corso di due ispezioni eseguite nelle rispettive abitazioni situate nel Monfalconese. A fare le spese di una gestione poco accorta degli animali, come previsto dalla legge regionale numero 20 del 2012, la specifica normativa di settore, sono stati una quindicina di cani e altri animali domestici. A carico dei due proprietari, pertanto, sono state contestate numerose violazioni amministrative. Gli animali sono stati sottoposti al controllo veterinario, valutati comunque in buone condizioni fisico-sanitarie. Esito positivo, quindi, evitando conseguenze di carattere penale per i padroni, nell’implicare il reato di maltrattamento, ai sensi dell’articolo 544 ter Cp e conseguente sequestro dei cani con l’affidamento presso canili autorizzati. L’intervento della Forestale di Monfalcone, unitamente a quella di Cervignano, è avvenuto nelle ultime settimane, anche a seguito di segnalazione da parte di privati cittadini. Accertamenti distinti, dunque, nel territorio giurisdizionale di competenza della Stazione cittadina. In entrambi i casi, gli uomini al comando dell’ispettore Nevio Vanone sono stati accompagnati dai veterinari dell’Asugi cui compete la verifica circa eventuali forme e circostanze di maltrattamento, nonché l’applicazione di eventuali prescrizioni tecniche ai fini della corretta detenzione degli animali. I cani, quindi, non risultavano iscritti all’anagrafe canina, come si trattasse di animali “fantasma” ai fini dell’identificazione con relativa applicazione del microchip, o randagi senza fissa dimora. In tal senso, la mancata registrazione comporta una sanzione di 200 euro, agli effetti della l.r. 20 del 2012, che racchiude precise disposizioni e prescrizioni in merito alla gestione e custodia degli animali e al loro benessere. Attraverso questa normativa, infatti, la Regione «assume come finalità pubblica e promuove, anche attraverso l’educazione, la tutela delle condizioni di salute, il benessere ed il rispetto degli animali, nel quadro di un corretto rapporto uomo, animale e ambiente». Quindi, «riconosce la natura di esseri senzienti degli animali, ne condanna il maltrattamento e l’abbandono e contrasta, nel rispetto della normativa comunitaria e statale, l’introduzione illecita di animali di affezione», sono i principi generali contemplati. E la funzione di controllo in questo settore rappresenta una delle innumerevoli competenze preposte all’attività della Forestale, che quindi ha pieno titolo anche nell’ambito delle verifiche e degli accertamenti relativi alla detenzione di animali.
Di circostanze, nel corso della specifica attività, i forestali di Monfalcone ne hanno affrontate diverse. Come è accaduto nei mesi scorsi. Un cane di razza Amstaff si era aggirato per ore tra le strade cittadine, vagando senza museruola. L’esemplare si era allontanato da casa percorrendo circa un chilometro. Una situazione potenzialmente rischiosa, per la quale gli agenti, che si erano avvalsi anche di un cinovigile fatto intervenire appositamente sul posto, sono riusciti a catturarlo e a metterlo in sicurezza non senza difficoltà. L’Amstaff, in realtà, s’era rivelato mite e coccolone, ma evidentemente il suo stato di libertà ha comportato l’inevitabile sanzione amministrativa al proprietario individuato per non aver impedito la fuga dell’animale e per aver omesso gli obblighi dell’uso del guinzaglio e della museruola, dove previsto, in applicazione della normativa regionale.
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