Telesca sfida i medici sulla riforma della sanità

L’assessore replica dopo la clamorosa bocciatura dell’Ordine. «Ne prendo atto, ma vado avanti». Nuove critiche dai sindacati
L'assessore regionale alla Sanità Maria Sandra Telesca
L'assessore regionale alla Sanità Maria Sandra Telesca

«Non mi fermo». Maria Sandra Telesca «prende atto» della bocciatura dei dottori alla riforma della Sanità, ma non si volta indietro. «Non considero clamorosa la loro presa di posizione», commenta l’assessore al termine di una lunga giornata di audizioni con sindacati e rappresentanze professionali. Anche da lì non sono mancate critiche, seppur con distinguo e parziali aperture.

La maratona di incontri in Consiglio che sta accompagnando la norma al voto di fine mese è dunque un percorso a ostacoli che però non impensierisce più di tanto l’esponente dell’esecutivo. Si tira dritto, anche davanti agli schiaffi partiti appena ventiquattrore prima, mezzo stampa, dalla Federazione degli Ordini dei medici, chirurghi e odontoiatri delle quattro province. Telesca non fa una piega, nonostante la serie di giudizi negativi ai meccanismi di finanziamento ospedale- territorio, l’organizzazione, l’iter «solo vagamente intuibile» e le modalità di attuazione del provvedimento. Ieri nessuno della Federazione, attesa al dibattito in piazza Oberdan, si è presentato a sostenere le proprie tesi in sede ufficiale. Circostanza che non è passata inosservata in aula e che è stata rimarcata dello stesso presidente della Terza Commissione Franco Rotelli (Pd): «Alquanto singolare che tutti fossero impegnati…». Il clima nel settore è teso. Telesca stempera: «Mi viene difficile dire che i medici bocciano la riforma – ribatte – anche perché, ad esempio quelli di famiglia, la approvano. Comunque vorrei sapere se tutti i medici sono d’accordo con la Federazione o no…faccio fatica a pensare che quella sia la posizione ufficiale di tutti». L’assessore si dice disponibile a “migliorare” il testo accogliendo i suggerimenti emersi. «Anche i sindacati condividono l’impianto della riforma», sottolinea Telesca.

L’Ordine dei medici boccia la riforma della sanità
Medici in corsia

L’impianto forse sì, ma le preoccupazioni non sono affatto dissipate. Proprio la Cgil evidenzia i punti ritenuti poco convincenti. «Esistono criticità da risolvere», rileva infatti la responsabile welfare Orietta Olivo. «Se comprendiamo la gradualità che si è messa in campo per i pronto soccorso di alcuni piccoli ospedali, non condividiamo il guanto di velluto che si è deciso di utilizzare nei confronti dei medici di medicina generale, trattamento che non si è usato nei confronti dei lavoratori, visto che nel giro di un anno sono stati tagliati 274 posti».

Dubbi sulle tempistiche arrivano dalla Cisl, mentre la Confsal con il segretario regionale Giovanni Zanuttini punta l’indice sull’aspetto economico: «La norma non sviluppa in modo adeguato il tema delle risorse finanziarie necessarie per le innovazioni, né fa riferimento a politiche di assunzione connesse al riordino».

L’Ipasvi Fvg, con il presidente provinciale di Trieste Flavio Paoletti, appoggia invece i principi generali: «La necessità di una semplificazione dei percorsi per i cittadini, l’attenzione posta agli interventi socio-sanitari qualificati e la necessità di valorizzare le diverse professionalità atte a rispondere in modo sinergico ai diritti-bisogni - è l’analisi -. Chiediamo però maggiori dettagli sulle modalità che garantiranno l'aumento del 5% di budget da destinare al territorio e sulle norme legate alle risorse umane. Ci domandiamo in particolare con quale personale e in quali tempi potrà essere attivata l'assistenza domiciliare sulle 24 ore in tutta la regione». Il pressing a «valorizzare il ruolo delle professioni sanitarie» giunge dal Coordinamento Regionale delle Professioni Sanitarie e del Sociale, sigla che riunisce 19 sigle del settore. Da questo fronte la richiesta di maggior precisione sui tempi di realizzazione e attuazione della riforma, «un aspetto da non sottovalutare».

Infine l'Anaao Assomed che, come già evidenziato nelle scorse settimane, teme effettivi negativi sul sistema: «Da un lato l'assistenza ospedaliera viene ridotta con tagli lineari di posti letto – si osserva in uno dei tanti punti messi in rilevo – dall'altro si prevede una moltiplicazione di servizi territoriali, senza il minimo accenno a una valutazione dei costi».

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