Telesca: «Sconcertata dai rapporti Irccs-Ordine»
Si dice “sconcertata e perplessa”. «Sapevo di un ambiente difficile e sfavorevole, però non a quel livello. Il calo di fondi, comunque, non è certamente la causa del declino». Ma l’assessore regionale alla Salute Maria Sandra Telesca, più che recriminare sulla caduta delle performance, sulla fuga di medici e sulle modalità gestionali degli ultimi anni, per il Burlo chiede di guardare avanti. Anche perché, chiusa l’era Melato, la nomina del futuro direttore generale arriverà entro un paio di settimane. «Da lì si riparte - riflette l’esponente della giunta Serracchiani - si riparte con un progetto che riporti l’ospedale ai livelli che merita». Scartata l’ipotesi commissariamento, Telesca intende affidarsi a una figura a cui assegnare “un forte mandato”.
Partiamo con un’analisi sul declino dell’ospedale. Lei, come responsabile della sanità regionale, era a conoscenza di questa situazione?
No, non a quel livello. Quando nelle aziende ci sono problemi sulle attività, in genere mi sono segnalate. Certo, sapevo di una situazione di disagio, di un clima interno difficile. Questo l’avevo intercettato, ma pensavo che l’attività fosse buona. Sul personale il problema c’è stato, ma ora si sta riassumendo. Più che segnalazioni sul calo di attività descritto dal giornale, su cui faremo approfondimenti, sapevo di un clima difficile e sfavorevole, che si è deteriorato nel corso della gestione di questi anni. Di concorsi, posti e amicizie non ero assolutamente a conoscenza. Leggo però che la Regione sapeva, ma non io. Ero stata messa al corrente soltanto di problematiche sindacali sugli anestesisti e sull’utilizzo improprio di alcune specialistiche, ma non altro. Su questo avevo chiesto al direttore generale e al direttore sanitario di non esacerbare il conflitto. Leggo però molto altro, che mi lascia sconcertata e perplessa.
Che cosa?
Rapporti tra Ordine dei medici e Burlo, rapporti su cui riflettere. Ora invece serve un rilancio strategico e una visione organizzativa. Ricordo che parliamo di una struttura con 64 milioni di euro a bilancio e oltre 700 dipendenti. Una realtà che ha il suo peso in Friuli Venezia Giulia e fuori dai confini regionali. Il Burlo deve poter lavorare bene.
Ma un calo delle prestazioni ambulatoriali e dei ricoveri cosa sta a significare? Meno appeal?
Non necessariamente si deve vedere per forza un dato negativo se si va nell’ottica dell’appropriatezza. In particolare si deve puntare sulle cose di alta specialità, mentre le cure di base vanno spostate sul territorio. Però il Burlo, visto quanto emerso, ha bisogno di un focus particolare.
Molti medici di punta se ne sono andati, perché?
Sicuramente alcune figure se ne sono andate. Non è un bene. Purtroppo su questo incide il clima interno. Un professionista bravo sta in una struttura di un certo tipo. Tenere un ambiente sereno, saper lavorare con spirito di squadra, è una capacità che dovrebbero avere le direzioni. Ora dobbiamo cambiare strategia.
Quale sarà il ruolo del Burlo?
Rilancio della ricerca, aumento della qualità dell’attività e delle prestazioni. Ciò sarà possibile con un’organizzazione interna che sappia favorire i professionisti. Deve essere inoltre attivata una sinergia per la parte amministrativa e tecnica con altri ospedali regionali, in modo da recuperare risorse da investire nella parte sanitaria. E poi, come si vede nella riforma, portare le prestazioni di base sul territorio per concertarsi sull’alta specializzazione. Di tutto quello che ho letto sul giornale in questi giorni, concordo molto con l’analisi fatta dal professor Camerini: bisogna rifare la squadra, ricostituire uno spirito di squadra.
Cosa farà ora la Regione?
Intanto nomineremo una direzione e daremo mandati più chiari.
I fondi per l’Irccs sono in progressivo calo, intende intervenire?
Dal 2010 in poi c’è stata una riduzione dei fondi. Quest’anno però cercheremo di intervenire. Comunque non ha senso pensare che dando più soldi migliora tutto: se i fondi non sono gestiti bene si fa un danno. Da quanto emerge, lì ci sono problemi di altro tipo. Il declino è cominciato diversi anni fa, in una realtà di ottimi professionisti, in cui però in alcune situazioni si è creato un ambiente ostile.
Melato è in scadenza di mandato, a quale figura intende affidarsi?
Che sia in grado di riprogrammare una strategia organizzativa e valorizzare l’alta specialità e le funzioni di ricerca dell’Irccs. Una figura che sappia ricostituire un’armonia interna.
Si parlava di un’ipotesi commissariamento: resta valida?
Non credo sia una soluzione da prendere in considerazione. Qui c’è da cambiare pagina e scrivere un nuovo capitolo, assegnando un mandato forte all’istituto. Sulla scelta del prossimo dg, proprio in base a quanto è emerso dalla stampa, credo sia necessario un ulteriore approfondimento.
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