Telecom contro il Comune di Gorizia

Primo round al Tar: ritirata la richiesta di sospensiva, sentenza a fine gennaio. Contestato il regolamento che limita l’installazione di nuove antenne nel capoluogo isontino. L’assessore Pettarin: «Resisteremo»
Di Francesco Fain
Altran Ronchi-rilev.onde elettrom
Altran Ronchi-rilev.onde elettrom

«Il nuovo regolamento comunale sulla telefonia mobile incide in termini negativi sulla facoltà di sviluppare e implementare la rete telefonica sotto il profilo infastrutturale».

Stringi, stringi, è questa la motivazione alla base del ricorso al Tribunale amministrativo regionale (Tar) presentato da “Telecom Italia spa” contro il Comune di Gorizia. Ricorso che ha vissuto la sua prima puntata con l’udienza che si è svolta l’altra mattina a Trieste. Com’è andata? «Telecom - spiega l’assessore comunale all’Urbanistica, Guido Germano Pettarin - ha ritirato la richiesta di sospensiva, in cambio dell’impegno da parte del Tar di pronunciarsi nel merito in tempi brevi: la sentenza, pertanto, arriverà fra gennaio e febbraio, molto prima rispetto a un qualsiasi, normale iter». Uno sviluppo che Pettarin non esita definire “positivo”. «Se fosse stata approvata la richiesta di sospensiva, il regolamento non sarebbe potuto partire. Meglio così», spiega.

I nodi

del contendere

Ma cosa non piace a Telecom di questo regolamento? «Abbiamo introdotto una serie di paletti riguardo ai nuovi siti - aggiunge Pettarin -. Vogliamo, in altre parole, che l’installazione delle antenne sia compatibile con la situazione del territorio. Non solo. Telecom malsopporta anche un’altra nostra decisione: abbiamo previsto che i controlli sull’intensità dell’emissione delle onde elettromagnetiche non fossero affidati soltanto all’Arpa (l’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente) ma anche ad enti terzi. Tutte decisioni che abbiamo preso per tutelare la salute del cittadino e per evitare che ci possa essere una proliferazione indiscriminata di tralicci nella nostra città». Pettarin non nasconde di essersi molto indispettito per l’azione portata avanti dalla compagnia telefonica. «Francamente, avrei preferito che Telecon lasciasse perdere. Invece, trincerandosi dietro la necessità di garantire libertà di comunicazione ha deciso di coinvolgere il Tribunale amministrativo regionale. Ma noi continueremo a resistere». E dall’avvocato comunale Stefano Piccoli emerge anche un certo ottimismo sugli esiti. «Diciamo che siamo abbastanza sereni», sottolinea.

Il regolamento

in pillole

Il regolamento, pur nel rispetto delle innovazioni tecnologiche e della piena libertà di comunicazione per i cittadini, è fondato su una serie di paletti. Tra questi (lo ricordiamo) l’auspicio di veder collocate nuove antenne lontane da punti di interesse pubblico (come scuole, ospedali o altre istituzioni sensibili); l’obbligo di risparmiare il suolo concentrando se possibile più antenne su un unico pilone; il controllo delle emissioni attraverso l’Arpa ma anche organi interni ed esterni al Comune, se necessario; la concessione di nuove autorizzazioni solo a fronte di dimostrate e fondate necessità da parte dei gestori di telefonia mobile.

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