Tecno-cosmetica personalizzata con l’analisi del Dna
TRIESTE Perché alcune persone sembrano più giovani di altre della stessa età? Gli scienziati sanno da tempo che gli individui invecchiano a ritmi diversi e il processo non è influenzato soltanto dal corredo genetico che riceviamo in dote alla nascita: il resto lo fanno fattori ambientali, alimentazione e stress. Spiega Francesco Menegoni, giovane Ceo di G&life, azienda di Area Science Park all’avanguardia nel settore della nutrigenetica, la genetica applicata alla nutrizione: «È genetica la sensibilità della nostra pelle ai fattori esterni in grado di influire su invecchiamento e inestetismi». «Se da un lato – prosegue Menegoni, laurea in ingegneria biomedica e un dottorato in bioingegneria – l’alimentazione, l’attività fisica e altri fattori ambientali influenzano in modo rilevante l’insorgere di irregolarità della pelle, dall’altro la genetica definisce, tra le altre cose, la sensibilità che i tessuti hanno nei confronti di questi fattori esterni».
Oggi, la tecnologia cosmetica più innovativa prende in considerazione le soluzioni di tipo genetico grazie alle informazioni che si possono ricavare dal Dna per individuare sia il rischio individuale ai fattori di invecchiamento, sia i principi attivi più efficaci su ciascuno di noi per mantenere la pelle giovane ed elastica. In altre parole, una cosmetica personalizzata che si basa sulla mappatura genetica di una singola persona. «Facendo un esempio pratico – spiega Micol Cossi, responsabile della divisione cosmesi – se sapessimo di essere soggetti a subire in maniera più marcata i danni causati dai radicali liberi, concentreremmo le attenzioni nell’utilizzo di strategie specifiche per la neutralizzazione delle specie reattive. Allo stesso modo se non fosse ottimale il gene Flg, che codifica per una proteina chiave alla funzione barriera della cute, dovremmo prestare maggiore attenzione a proteggere la pelle e a utilizzare prodotti più delicati, questo per evitare di incorrere in futuro in problemi da iper-sensibilità».
G&life mira ad attivare collaborazioni con aziende all’avanguardia nell’area della produzione di cosmetici allo scopo di creare una soluzione innovativa e integrata». In pratica, si tratta di un test della saliva per analizzare le predisposizioni genetiche al rischio di foto-invecchiamento, sensibilità, elasticità, potenziale idratante e ossigenazione cutanea per suggerire i prodotti davvero necessari a mantenere la pelle sana e senza imperfezioni. Ma quali sono i geni legati all’invecchiamento cutaneo?
I genetisti di G&life hanno analizzato e selezionato alcuni geni legati all’invecchiamento cutaneo. Numerosi studi dimostrano la corrispondenza tra determinati polimorfismi genetici e fenotipi cutanei. Ad esempio, i geni MC1R e STXBP5L sono strettamente correlati con il rischio di sviluppare danni da foto-invecchiamento, pur non dando nessun contributo alla pigmentazione della pelle. Due individui apparentemente simili e con lo stesso fototipo – caratteristica determinata secondo il colore della pelle e dei capelli – potrebbero infatti avere una sensibilità diversa ai raggi Uv-ae Uv-b richiedendo, di conseguenza, prodotti di protezione solare differenti. Inoltre, alcuni polimorfismi dei geni che codificano per l’elastina possono predisporre a una ridotta elasticità cutanea, con conseguente rischio di perdita di tono precoce. «La consapevolezza della causa scatenante di tali effetti – commenta Menegoni – può essere cruciale nella scelta del trattamento di skin-care». La cosmetica del futuro promette di essere altamente personalizzata. L’obiettivo di Menegoni è combinare le informazioni ricavate dal DNA attraverso un algoritmo con altri fattori esterni che influenzano l’invecchiamento, come ad esempio l’attività fisica, l’alimentazione, l’ambiente più o meno inquinato…) in modo da scoprire l’elisir della giovinezza su misra.
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