Tecnico del Soccorso alpino ucciso da una valanga sul Coglians

Il corpo trovato nella notte dai colleghi. L'allarme era stato lanciato dalla madre

UDINE Carlo Ceconi, scialpinista di 47 anni, di Forni Avoltri (Udine), del Soccorso Alpino, è stato travolto e ucciso da una valanga ieri martedì 5 febbraio durante un'escursione che stava facendo in solitaria sull'itinerario che conduce al Monte Coglians, nelle Alpi Carniche.

Il corpo è stato ritrovato questa notte dai colleghi del Cnsas che avevano attivato le ricerche nel tardo pomeriggio. A segnalare il mancato rientro dell'uomo era stata la madre.

Una volta lanciato l'allarme, una ventina di tecnici del Cnsas di Forni Avoltri e Sappada e della Guardia di Finanza hanno ripercorso con gli sci, fino a dove è stato possibile, l'itinerario seguito dallo scialpinista. Raggiunta la quota di 2.400-2.500 metri di altitudine, intorno alle 22 di martedì 5 febbraio, una squadra del Cnsas si è trovata davanti al distacco di una valanga scesa lungo il vallone terminale che conduce alla vetta del Monte Coglians. Immediate le operazioni di bonifica della valanga. Il corpo dello scialpinista è stato individuato intorno all'una della notte. Sul posto, al campo base allestito in zona, anche i Vigili del fuoco.

Un uomo di montagna con una grande passione per la montagna, Carlo Ceconi era un tecnico del Soccorso Alpino e Speleologico. Lavorava come addetto alla sicurezza delle piste per la Promotur sul Monte Zoncolan ed era nel Soccorso Alpino e Speleologico da quindici anni. Originario e residente a Forni Avoltri (UD) aveva 47 anni: lascia un figlio di undici anni, la compagna, il fratello, un nipote e i genitori. "Lotta (questo il nomignolo con cui era conosciuto, ndr) era un testardo - dice chi lo conosceva bene - quando si metteva in testa una cosa la perseguiva fino in fondo". E così deve essere stato ieri, quando si è trovato poco sotto la cupola terminale del Coglians: aveva deciso di andare fino in cima in quella splendida giornata di sole, nonostante avesse detto alle due guide che facevano i rilievi nivometerologici che sarebbe sceso prima. Nel soccorso alpino ha esercitato anche come Unità Cinofila fino a tre anni fa con il suo cane pastore tedesco grigio Dasti, che proprio tre anni fa era mancato. I compagni e gli amici sono increduli e profondamente scossi.

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